“Lo diciamo da sempre: il caporalato è fenomeno presente anche nella nostra regione – fa rilevare Tecla Boccardo, leader della UIL molisana, commentando la sentenza Radu – soprattutto nelle zone agricole del basso Molise a ridosso della Puglia. Quando si tratta di risparmiare sui costi della manodopera e sui diritti dei braccianti impegnati nelle coltivazioni orticole, di raccolta dell’uva o delle olive, le cattive abitudini e le prassi scorrette si apprendono facilmente. A farne le spese sono i tanti lavoratori extracomunitari irregolari, ma anche tanti molisani che accettano, in mancanza di alternative, di lavorare nei campi spaccandosi la schiena per pochi euro al giorno. Con l’adozione di un provvedimento di legge organico sulla materia, solo qualche mese fa, sono più efficaci le azioni di controllo e di repressione del fenomeno. Infatti, in molti casi sono le forze dell’ordine ad intervenire, ma qualcosa di più si deve fare anche con la vigilanza del sindacato che in queste realtà è attivo e presente. Secondo la Uil, inoltre, è importante che anche in Molise sempre più aziende aderiscano alla “Rete del lavoro agricolo di qualità”, organismo autonomo, cui possono aderire le imprese agricole che rispettano i contratti e i diritti dei lavoratori, nato per rafforzare le iniziative di contrasto dei fenomeni di irregolarità nel settore agricolo. Dunque – ha sottolineato Boccardo – al fine di rendere efficace la normativa nazionale, è necessario applicare i decreti attuativi della legge 199 del 2016, che ha visto il Sindacato protagonista nel suo iter d’approvazione, che mirano proprio a combattere lo sfruttamento del lavoro illegale in agricoltura.”
“E il fenomeno del super sfruttamento della manodopera, del caporalato e del lavoro nero non riguarda, purtroppo, solo il settore agricolo. È di due giorni fa, ad esempio, la notizia di lavoratori completamente in nero occupati da aziende dell’edilizia nell’alto Molise. E che dire dei tanti lavoretti, specialmente nel turismo e nei servizi, non regolarizzati e sottopagati, svolti da ragazzi che, invece che stare con le mani in mano, accettano una qualche occupazione anche se senza contributi, senza assicurazione, senza busta paga e, quello che è peggio, senza alcuna prospettiva.”
“Il lavoro al centro dell’attenzione della politica, degli amministratori locali, delle forze sociali e di tutti coloro che hanno a cuore la dignità delle persone e la coesione sociale: il lavoro da creare, il lavoro da proteggere, il lavoro nero da combattere. Sempre e ovunque.”