I fragori della guerra siriana, i rischi di un conflitto nucleare in Corea, i troppi focolai aperti in decine di paesi e l’accentuarsi dello scontro bellico per la risoluzione delle controversie internazionali non aiutano la pace e rilanciano la violenza delle armi, delle parole e delle dittature con pericoli crescenti per le sorti delle democrazie nazionali.
L’ANPI intende richiamare il valore fondativo della guerra di liberazione nata dalla Resistenza e dalla lotta al nazi-fascismo come cardine della nascita dell’Italia libera e democratica.
Senza l’antifascismo non sarebbe nata la Costituzione nelle forme e nei contenuti che conosciamo, non sarebbe stato possibile assicurare pace, tolleranza, accoglienza, dignità e diritti universali di cittadinanza agli italiani per oltre 70 anni.
Disconoscere il ruolo simbolico del 25 Aprile equivale a rimettere in discussione la cornice culturale che ha consentito all’Italia di progredire nel rispetto reciproco e nel confronto civile sia politico che istituzionale.
È un errore archiviare la Festa Nazionale della Liberazione prendendo le distanze dall’antifascismo e dalla Costituzione.
Occorre con umiltà e tenacia mobilitarsi per rilanciare il valore della libertà e della democrazia ed è ciò che l’ANPI pensa di fare persistendo nell’impegno che conduce da tempo e che intende proseguire con passione e fermezza.