La riflessione di Michele Petraroia / Michele Di Lallo, l’altra faccia del Molise degli anni Ottanta

Nel periodo storico più prospero del Molise, con flussi di spesa pubblica che alimentavano crescita e occupazione, i tifosi che sognavano la Serie A, l’avvio dell’Università e della Corte d’Appello, l’attivazione di nuovi servizi per i cittadini ed il proliferare di investimenti pubblici e privati, nel più grande sindacato regionale dopo anni di dirigenti esterni, Michele Di Lallo militante comunista di Campobasso venne eletto Segretario Generale. Subentrò a Mauro Paci eletto alla presenza di Luciano Lama nel Congresso del 1980 e dall’anno successivo proseguì il lavoro di strutturazione e consolidamento della CGIL articolata nelle Camere del Lavoro Comprensoriali di Termoli, Isernia e Campobasso, e in più Federazioni di Categoria. Con pacatezza ed abnegazione seppe preservare l’unità interna, promuovere la formazione dei delegati, responsabilizzare i giovani, rinsaldare i rapporti con CISL e UIL nonostante le aspre divisioni nazionali sulla scala mobile, predisporre piattaforme programmatiche, confrontarsi con le istituzioni e dialogare con partiti, associazioni e movimenti. Michele Di Lallo riuscì a salvaguardare l’autonomia della CGIL in una fase in cui la confederazione era organizzata per correnti di partito con la suddivisione dei gruppi dirigenti che prevedevano i 2/3 ai militanti comunisti ed 1/3 ai socialisti. La sinistra in quegli anni esprimeva in Parlamento ed in Consiglio Regionale figure di spessore quali Alfredo Marraffini, Edilio Petrocelli, Luigi Biscardi, Norberto Lombardi, Italo Testa, Gabriele Veneziale,  Odorico Paolone, Felice Carile, Mario Totaro, Ettore Di Domenico e con loro Sindaci, consiglieri provinciali, consiglieri comunali e responsabili di organizzazioni professionali e associazioni di categoria. Nella CGIL di quel periodo operavano con ruoli di primo piano tra gli altri Lorenzo Coia, Florenzo Anniballe, Antonio D’Ambrosio, Giovanni Cefalogli, Nicola D’Ascanio, Antonio Montefalcone, Ernesto Giannini, Ruggero Nobile, Antonio Santoro, Antonio Di Maria, Giovanni Minicozzi, Antonio Corbo, Peppino Pittà, Domenico Izzi, Remo Di Gregorio, Alfredo Tribuiani, Donato Del Galdo, Carlo Onorato, Nicola Macoretta e altri. In un contesto di forte dinamicità politica e malgrado le aspre contrapposizioni nazionali tra comunisti e socialisti culminate col Referendum sulla scala mobile, Michele Di Lallo, con discrezione, sobrietà e rara abilità, accompagnò la trasformazione della CGIL da struttura incardinata quasi esclusivamente sul ruolo delle Camere del Lavoro in una struttura articolata anche per Federazioni di Categoria, partecipando al confronto sulle trasformazioni socio-economiche del Molise, preservando l’autonomia sindacale e rafforzando i rapporti unitari. Scelse scientemente di lavorare alla soluzione dei problemi lontano dall’esposizione mediatica mantenendo sempre un profilo improntato alla sobrietà e alla discrezione. In questo modo riuscì a salvaguardare la CGIL, a concludere il secondo mandato congressuale accompagnando l’elezione del nuovo Segretario Generale e continuando a dare il proprio contributo di esperienza nell’appena costituita Agenzia per l’Impiego per far partire l’Osservatorio Regionale sul Mercato del Lavoro con ricerche mirate sul rapporto tra formazione, scuola, qualifiche professionali e indirizzi scolastici. Con la stessa riservatezza con cui aveva guidato la CGIL da pensionato continuò ad occuparsi di volontariato, antifascismo, di partecipazione attiva degli anziani e di progetti di solidarietà verso le fasce sociali più deboli promuovendo l’AUSER e adoperandosi con la discrezione di sempre nelle prima campagne per la Colletta Alimentare a Campobasso e in Molise. La sua scomparsa ha lasciati attoniti tutti coloro che nel tempo hanno incrociato i suoi passi e per preservare la Memoria dell’Altro Molise quello che negli anni Ottanta tentava di limitare la protervia soverchiante di una classe politica capace di acquisire consenso con la spesa pubblica ma incapace di costruire un progetto di sviluppo senza la rete di protezione dei finanziamenti pubblici, è doveroso ricordare anche il lavoro paziente, tenace,  propositivo e di tessitura organizzativa di  Michele Di Lallo, che va annoverato tra i più longevi, aperti, sensibili ed attenti dirigenti sindacali del Molise.

Michele Petraroia

Exit mobile version