“Non era nelle mie intenzioni aprire un confronto a distanza con il consigliere Fantozzi, anche perché non amo immergermi in discussioni stucchevoli che alla fine non producono risultati di utilità comune ma, certamente, non posso non intervenire per ribadire alcuni passaggi di questo confronto che, mi sembra, il consigliere Fantozzi stia involontariamente o artatamente stravolgendo”. A scriverlo, in una nota, è il segretario regionale dei Popolari per l’Italia, Vincenzo Niro.
“Intanto l’intervista da lui rilasciata è sul web ed è palese che quanto dichiara non mi sembra possa essere motivo di soddisfazione per il nostro partito – prosegue Niro – Credo, pertanto, che il mio intervento in difesa del partito sia del tutto legittimo e, soprattutto, confortato da fatti, numeri e documenti, sempre a disposizione per chi voglia approfondire. Ciò che manca, però, in questi atti e documenti di partito sono quelli relativi all’attività svolta dal consigliere Fantozzi, poiché non ha mai posto problemi inerenti la qualità dei contenuti della politica svolta dal partito stesso, eppure ne era figura di spicco, non dimentichiamo infatti la sua funzione di capogruppo dei Popolari per l’Italia al Comune di Isernia. Non ho mai ricevuto sollecitazioni o proposte del consigliere Fantozzi che tendessero a colmare carenze di programmazione e progettazione politica del partito, che lui doveva pur avere ben chiare se, come dice, lo hanno portato addirittura ad abbandonare il gruppo. Diversamente sono stato spesso sollecitato, dallo stesso Fantozzi, ad intervenire sulle questioni politiche ed istituzionali del Comune di Isernia, per ottenere posizioni di maggiore evidenza e forza politica all’interno dell’ente. D’altronde, che il consigliere Fantozzi abbia considerata la permanenza nei Popolari per l’Italia in senso unicamente utilitaristico e senza alcuna altra considerazione ed attenzione, lo dimostra il fatto stesso che la sua decisione di lasciare il partito l’abbiamo appresa dagli organi di stampa, non avendo ritenuto, il consigliere, né per forma, né per altro, di darne comunicazione prima di tutto al partito, attraverso gli organi interni a ciò deputati. Per cui, può anche essere che io abbia avuto una caduta di idee, ma non mi pare sia stato soccorso da Fantozzi, con le sue idee, con i suoi suggerimenti poiché, come dicevo, non risultano a noi pervenuti; forse li ha conservati per la prossima collocazione all’interno di un partito di “grande respiro politico”. Infine, ha perfettamente ragione Fantozzi quando evidenzia il diverso modo di intendere i passaggi dell’attività politica, quando dice che per lui il risultato elettorale è un punto di partenza per l’attività politica, mentre io continuo a pensare che l’attività politica non conosce interruzioni, né trova limiti nell’appartenenza ad un piccolo o grande partito, ed i risultati elettorali sono i punti di arrivo, nel senso che ti danno la misura di quanto il lavoro svolto sia stato buono o cattivo. Tutto, evidentemente, è sempre rinviato al giudizio degli elettori”, conclude la nota di Vincenzo Niro.