Infatti, se diamo uno sguardo anche frettoloso al grafico dell’indice Ftse Mib del 2014 notiamo che il suo percorso, iniziato a 18.900 punti, si può dividere esattamente in due parti uguali il cui spartiacque coincide con il mese di giugno che rappresenta appunto il suo top a 22.500 punti (fase rialzista). L’altra metà del percorso evidenzia,invece, la sua fase discendente terminante a poco sopra i 19.000 punti dopo essere sprofondato in più occasioni fino a poco sopra i 18.000 punti. Tale andamento negativo è coinciso con eventi di rilievo di carattere internazionale politico (es. situazione Grecia) ed economico-finanziario (es.Bce, prezzo petrolio)in cui si è andata ad inserire la solita speculazione dei grandi operatori finanziari mondiali accentuandone gli effetti.
In questo scenario non tutti i titoli quotati hanno aumentato il loro valore in borsa. Tra i finanziari Banca Intesa è andata meglio di Unicredit che è rimasta al palo; tra gli industriali Fca e Finmeccanica hanno ottenuto un buon successo, mentre i petroliferi hanno perso il 20-30% del loro valore. Così anche i titoli dell’abbigliamento (Tod’s, Ferrargamo) e quelli legati alle costruzioni, come i cementieri Buzzi e Italcementi, hanno perso non poco.
Archiviato il 2014, si spera che il prossimo anno borsistico abbia un andamento più rialzista e meno turbolento, senza strappi violenti e con una risalita che possa dare qualche soddisfazione in più agli investitori anche per ricompensarli delle eventuali perdite subite nel corso dell’anno appena passato. Tra i settori più promettenti, in caso di ripresa dell’economia italiana ed europea, si possono annoverare indubbiamente le banche (Ubi,BPER, Unicredit,Intesa, B.Generali) le aziende automobilistiche(Fca) e dell’indotto(Brembo) e quelle delle costruzioni(Cementir, Buzzi,Italcementi). Anche l’abbigliamento avrà un certo successo (Cucinelli, Ferrargamo). I petroliferi (Eni, Erg) potrebbero essere la vera scommessa dell’anno.
Ferraro Pasquale
Giornalista finanziario indipendente