Il Parlamento europeo chiede all’UE e ai suoi Paesi di proporre misure concrete per difendere i diritti delle donne e ridurre le disuguaglianze di genere nell’Unione.
In una risoluzione non legislativa i deputati europei hanno ribadito che la parità retributiva e la parità di trattamento sono un presupposto indispensabile per la parità di diritti, l’indipendenza economica e la realizzazione professionale delle donne.
I deputati europei sono preoccupati per il persistente divario retributivo (14,1%) e pensionistico (29,5 %) tra donne e uomini nell’UE, e per la natura spesso precaria della situazione lavorativa delle donne. Invitano i Paesi UE membri ad adottare misure concrete per garantire che le donne abbiano pari accesso al mercato del lavoro e all’occupazione, nonché la stessa remunerazione e gli stessi diritti in materia di lavoro.
Una delle misure prospettate è sanzionare le imprese che non rispettano la legislazione sul lavoro. Inoltre, i deputati sostengono la proposta della Commissione sulle misure vincolanti in materia di trasparenza salariale, ma sottolineano che, da sola, non sarà sufficiente per affrontare disuguaglianze di genere profondamente radicate. Secondo l’indice sull’uguaglianza di genere dell’Istituto europeo per uguaglianza di genere, ci vorranno almeno 60 anni per conseguire la piena parità di genere nell’UE. Dal 2010, il punteggio dell’UE è aumentato di soli 4.9 punti. Nel 2021, il punteggio medio degli Stati membri era di 68 su 100, con più di un terzo dei paesi sotto i 60 punti.
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