Turismo, il ruolo futuro delle associazioni professionali nel settore alberghiero

MINO REGANATO

È innegabile che il ruolo delle associazioni professionali è cambiato nel tempo, abbandonando la centralità amicale.

La forte componente “dopolavoristica” ha ceduto il passo alle odierne esigenze professionali del socio e non, che vede nell’associazione un’opportunità di accrescimento professionale ed eventualmente di supporto per una collocazione lavorativa.

Le caratteristiche richieste qualche decennio fa a chi operava nel comparto alberghiero sono mutate completamente, subendo una progressiva evoluzione. Basti vedere il ruolo di direttore d’albergo: si è passati dal ruolo di “padrone di casa” a quella di manager a 360 gradi: il direttore d’albergo oggi deve essere un professionista dotato di un’alta formazione con competenze multidisciplinari che spaziano da elementi di marketing e promozione sino alla gestione contabile. La necessità di aggiornare le proprie competenze, tecniche e personali, interessa non solo i soggetti con responsabilità manageriali, ma anche quelli cui sono affidate mansioni di tipo operativo. Il forte cambiamento che sta interessando il comparto turistico-alberghiero è testimoniato dalla diffusione di profili che richiedono skill e capacità specifiche, basti pensare alla miriade di nuove professioni create con l’avvento di Internet.

A latere, vi è l’annosa mancanza di una formazione adeguata che crea di fatto, una scarsa professionalizzazione nel settore rispetto a valori ottimali. Tale situazione è notevolmente danneggiata da un’offerta formativa frammentata ed in alcuni casi di inadeguato insegnamento. A mio avviso, l’attività formativa continua, attraverso i corsi di aggiornamento e/o specialistici presso apposite scuole di Alta Formazione o prodotte da Entità formative costituite da figure professionali di spessore, rappresenterebbe una soluzione, fermo restando che venga attivato un iter formativo di base che trasmetta le competenze necessarie per operare nel settore turistico-alberghiero e si adegui alle rapide evoluzioni del mercato turistico. Tale attività deve rivolgersi indistintamente a lavoratori di tutti i livelli, a partire da quelli con ruoli operativi e tanto nelle piccole strutture ricettive quanto in quelle medio-grandi. Oggi nel sistema turistico italiano, e ancor più nel settore alberghiero e della ristorazione, il tema della formazione rappresenta un “nodo” da risolvere al più presto.

Tra i requisiti fondamentali per i “formatori”, l’esperienza dovrebbe superare la teoria.

In virtù di quanto esposto, le Associazione professionali potrebbero inserirsi a pieno titolo quale “contenitore di opportunità formative” da offrire al settore. Queste hanno competenze e titoli per poterlo fare in favore di una rilevante domanda (e di un’urgente necessità) di conoscenze professionali. Un’Associazione professionale riconosciuta rappresenta peraltro, una garanzia sul mercato e per l’importante “cantera” da dove gli alberghi e non solo, potrebbero prelevare professionisti e servizi qualitativi. La cultura imprenditoriale del settore, snobba questa importante opportunità a “parametro zero” per dirla in termini calcistici, preferendo il suggerimento di un amico (la classica raccomandazione) che il più delle volte si rivela non efficace e nei casi più estremi rompe amicizie durature a causa dei drammatici esiti della “segnalazione” oltre a creare problemi alla gestione della struttura. In precedenti articoli ho fortemente evidenziato la necessità di obbligare le proprietà alberghiera di “assoldare” un direttore o responsabile certificato, proprio per le catastrofiche vicissitudini che si succedono nell’hotellerie italiana che ricordo, causano un effetto domino a tutto il contenitore di una destinazione turistica. Prezzi troppo alti o anche troppo bassi quando gestiti senza senso, abbassano notevolmente il brand reputation dell’area, creando anche problemi a quelle strutture che invece adottano protocolli qualitativi e hanno personale con alto spessore professionale. Aldilà di questo, penso che con l’attuale gestione di una struttura ricettiva non si può più improvvisare, bisogna essere sempre al passo con i tempi e costantemente “formati”.

E chi più di un’aggregazione professionale potrebbe fornire di più?

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