FABIANA ABBAZIA
28 anni e un sogno: esprimere la propria creatività attraverso lo zucchero e altri semplici ingredienti. È questo in pochissime parole il mondo di Vittorio Sallustio, il giovane di Palata partito alla volta dell’Inghilterra con una qualifica di pasticciere in tasca. Una passione, la sua, nata quando era piccolissimo e guardava la mamma cucinare, sentendo un bisogno impellente di aiutarla, di sporcarsi le mani per riuscire a dar forma a qualcosa, attraverso semplici ingredienti.
Qualche occupazione saltuaria in Italia, un paese che per Vittorio concede poche opportunità ai giovani che terminano il proprio percorso di studi e vogliono entrare nel mondo del lavoro. Un paese vecchio, in fondo anche poco aperto alle innovazioni e dove la generazione precedente un po’ a causa delle normative vigenti, un po’ per forma mentis, spesso non ha voglia di farsi da parte.
A ottobre scorso Vittorio viene così contattato dall’amico e collega Giuseppe Notarangelo (lo chef imprenditore che dall’Inghilterra ogni domenica cura la rubrica di cucina per CBlive). Una telefonata per parlargli di un progetto, un’iniziativa che potrebbe essere una buona occasione per entrambi: produrre dolci artigianali da rivendere ai ristoranti inglesi. Vittorio non ci pensa due volte: si tratta di un ‘treno’ che, con tutto l’entusiasmo della sua giovinezza, ha deciso di prendere.
Un biglietto di sola andata per l’Inghilterra: sarà questo, infatti, il paese dove il 28enne lavorerà sodo per realizzarsi e coronare un sogno, che lo porta costantemente dietro i fornelli.
Tra i numerosi impegni Vittorio trova però il tempo per raccontarci un po’ di sé e soprattutto per dare il via a una rubrica per CBlive: un nuovo spazio per offrire idee e spunti ai lettori per la preparazione di torte e dolci.
Ha studiato all’alberghiero di Termoli, la cucina e la ristorazione sono state da sempre la tua passione. Come sono nati questi interessi? “Ho desiderato da sempre poter diventare pasticciere. Quando ero piccolo osservavo mia madre mentre preparava dolci e mi veniva voglia di aiutarla”.
Ora sei in Inghilterra da qualche mese, prima di decidere di trasferirti hai lavorato in Italia o il tuo paese non ha saputo offrirti lo spazio che meritavi? “Si ho avuto alcune esperienze lavorative in Italia anche se in altri settori. Credo purtroppo che nel nostro paese sia difficile trovare persone che ti offrano la possibilità di imparare e crescere e perciò, troppo spesso, si è costretti a doversi accontentare per sopravvivere”.
Un biglietto di sola andata per l’Inghilterra per coltivare la tua passione lontano dall’Italia. Da cosa nasce questa scelta? “Nasce da diverse ragioni. Una di queste è che l’Italia non dà spazio ai giovani e sta diventando sempre più una nazione ‘vecchia’, nella quale non c’è alcun tipo di collegamento che aiuti i giovani a passare dal percorso di studi al mondo del lavoro. Un altro motivo che mi ha spinto a trasferirmi è stata poi la voglia di fare nuove esperienze e mettermi alla prova”.
Insieme all’amico e collega Giuseppe Notarangelo stai lavorando a un progetto ambizioso di produzione di dolci e torte da rivendere ai ristoranti in Inghilterra. Ci spieghi meglio di cosa si tratta e come nasce questa idea? “Si tratta di dare la possibilità ai ristoranti e varie attività inglesi di poter vendere ai propri clienti prodotti genuini ed artigianali. L’idea nasce da Giuseppe, che conosco fin dai tempi della scuola alberghiera perché andava in classe con mio fratello. È stato lui a parlarmi di questa iniziativa nello scorso mese di ottobre, sapendo che avevo concluso un corso di specializzazione da pasticcere. È un’iniziativa che mi ha affascinato da subito e alla quale stiamo lavorando con entusiasmo”.
Il tuo primo dolce a che età lo hai realizzato e cosa hai provato? “Avevo circa 9 anni quando, insieme a mia madre, ho realizzato la mia prima torta. È stato affascinante vedere come, con semplici ingredienti, si poteva creare qualcosa”.
C’è qualche pasticciere famoso a cui ti ispiri nel tuo mestiere? Qualcuno a cui ti piacerebbe assomigliare? “Si, ce ne sono due. Il primo è Leonardo Di Carlo, pasticcere di fama internazionale che negli ultimi anni ha partecipato a diversi programmi televisivi. Quando avevo 14 anni e frequentavo il primo anno dell’istituto alberghiero, ho avuto l’onore di conoscerlo assistendo a un suo corso quando. Il secondo, invece, è Renato Zara con cui ho avuto modo di collaborare durante un corso di formazione per la qualifica di Operatore dei servizi di pasticceria. Questa è stata, infatti, un’esperienza grazie alla quale ho avuto la possibilità di fare uno stage presso la sua pasticceria. È stato un periodo che mi ha permesso di crescere tanto dal punto di vista lavorativo e che ha alimentato ulteriormente la mia passione verso questo lavoro. Entrambi, in modo diverso, mi hanno così insegnato che con il duro lavoro, la passione d anche un pizzico di ambizione, si possono raggiungere grandi traguardi”.
Come nascono le tue ricette e cosa significa per te cucinare? “Le mie ricette nascono da innumerevoli prove e modifiche. In realtà cerco di adattare ogni ricetta alle mie necessità, in modo da migliorare sempre più ciò che realizzo. Insomma, una sorta di percorso volto alla continua ricerca della perfezione. Per me, infatti, cucinare significa dar libero sfogo alla creatività. È un’attività che mi piace paragonare alla tela per un pittore o a un foglio bianco per uno scrittore. Per me il cibo è il mezzo per dar forma alla mia arte.”
A breve partirà la tua rubrica su CBlive, cosa riserverai per i lettori del giornale? “Il mio obiettivo è quello di dare ai lettori tante idee e tanti spunti, che potranno riproporre ai propri amici e ai propri familiari in ogni occasione, offrendo loro anche suggerimenti tecnici per poter realizzare al meglio le ricette”.