LUCIANA IAMARTINO
I “briganti”, da sanguinari capibanda a eroi popolari, rivoluzionari romantici costretti a combattere contro un governo miope e tiranno, figure controverse che, agli occhi del lettore moderno, assumono un carattere miticamente nostalgico, fantasmi di un’epoca lontana.
È questa, in estrema sintesi, la storia raccontata nelle pagine del volume di Antonio Tammaro, dal titolo ‘Fuite, Currete, ri Brigante so’ turnate!’
Sepinese doc, appassionato di storia, musica e narrativa, nonché guida turistica, laureato in Scienze dell’Amministrazione presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università delgi Studi del Molise, Tammaro è alla continua scoperta del mistero in tutte le sue forme vitali.
Ogni realtà ha avuto le sue storie e ogni storia ha macinato le sue contaminazioni: “in questo libro – racconta, infatti, l’autore – mi sono posto l’obiettivo di seguire le tracce lasciate dal “brigantaggio” nel comune di Sepino, nella Valle del Tammaro e nel Sannio beneventano”.
La stesura del testo si snoda attraverso quattro direttrici: la prima sezione, essenzialmente storica, incentrata sul conflitto postunitario fra le bande e l’esercito piemontese, la seconda, a carattere narrativo, dedicata alla trascrizione illustrata dei racconti riferibili ai fatti accaduti, la terza parte volta a recuperare, conservare e trasmettere quella tradizione dialettale, teatrale e folcloristica tipicamente sepinese, che trova nel tema trattato, uno dei suoi capisaldi e, infine, l’ultima sezione che illustra l’ambito territoriale e lo scenario dei luoghi.
“Il tema del brigantaggio è una dedica a chi prima di me ha affrontato questo tema, per dare lustro ad alcuni intellettuali del Novecento sepinese. Nel nostro territorio sono disseminati i luoghi frequentati dai briganti alla fine dell’Ottocento, dalla valle fino alla montagna dove c’è un luogo simbolo denominato “la Rotta de Zuze”, intorno alla quale si narrano vicende avventurose”.
Un mistero legato a un fatto realmente accaduto sulla Consolare Sannitica, in territorio di Sepino, è l’assassinio di una giovane coppia di sposi trucidati all’ indomani delle loro nozze da una banda armata di briganti.
Questa storia ha delle sfumature shakespeariane che evoca il tema della gelosia e dell’amore eterno, ma anche dell’ingiustizia senza un colpevole perché c è stato un lungo processo che ha visto la condanna di molti briganti della banda senza sapere ancora ad oggi chi sia stato l’esecutore materiale dell’omicidio.
Nel cimitero di Sepino, a ricordo di questo triste evento, la madre della sposa fece apporre un epigrafe che inizia e finisce con la stessa frase “passeggiero se non pianci, di che pianger suoli?”, a sottolineare tutto lo sconforto di un genitore di fronte ad una simile tragedia.
La valenza di questo piccolo libro è il recupero e la conservazione della memoria degli eventi raccontati che è propedeutico all’imminente istituzione del ‘Parco Letterario dei Briganti’ del comune di Sepino, progetto voluto e sostenuto fortemente dal sindaco Paolo D’Anello per integrare e valorizzare i percorsi turistici culturali che il territorio già offre al visitatore.
Prossimamente, non appena sarà possibile per via dell’emergenza legata al Covid, è, infatti, prevista la presentazione del libro, che non avverrà in maniera canonica, bensì attraverso un piccolo spettacolo teatrale con l’aggiunta dei testi e musiche di Maurizio e Angelo Ferrante.
La grafica delle immagini, molto realistiche e puntuali nei riferimenti, è stata curata da Alfredo Arcari, che si occupa delle pubbliche relazioni nello staff del sindaco.
L’autore non vuole svelare ulteriori chicche, invita a leggere il libro che verrà a breve distribuito gratuitamente dal comune di Sepino.
NOTE BIOGRAFICHE DELL’AUTORE
Grazie ai progetti editoriali promossi dal Comune di Sepino, Tammaro ha pubblicato una guida cartacea su gli scavi archeologici di Altilia, dal titolo “Saepinum – Alla scoperta della città dissepolta” e ha collaborato in veste di editor, alla stesura del volume “Vincenzo Tiberio, un italiano precursore degli studi sulla penicillina” di Vincenzo Martines.
Per ben due volte, è risultato vincitore, del premio letterario “Le streghe di Montecchio”, ottenendo la pubblicazione dei racconti “Giulia” e “Il mio mondo è fatto di farfalle” con la casa editrice Fefè Editore di Roma.Inoltre ha conseguito due menzioni d’onore al premio nazionale di poesia “L’Arte in Versi”, ideato e curato dall’Associazione Euterpe di Jesi (AN).
Attualmente è presidente di “Officina Creativa”, associazione culturale attiva da alcuni anni sul territorio molisano che promuove e realizza, in collaborazione con il comune di Sepino e la Proloco, eventi nel panorama culturale, etnico e musicale locale.