Illustrato a Pozzilli, nella sala Conferenze del Centro Servizi del Neuromed, l’accordo quadro siglato tra la Fondazione Neuromed e l’Università Tor Vergata di Roma. Con l’intesa si intende valorizzare il patrimonio archeologico rinvenuto in località Camerelle, nella zona industriale di Pozzilli, che ha portato alla luce un insediamento datato tra la fine del IV – III secolo a.C. fino all’VIII. Le operazioni di scavo, condotte con la supervisione della Soprintendenza Archeologia Molise, stanno portando alla luce numerosi reperti, relativi alle diverse fasi di occupazione e riuso della struttura indagate, che confermano l’ampio arco temporale indagato e diverse sono le scoperte degli archeologi. La pars fructuaria di una villa rustica romana, una necropoli di età ellenistica rinvenuta nel Centro ricerche del Neuromed, confermano come Pozzilli rappresentasse all’epoca un nucleo abitativo e produttivo molto forte sulla via Latina, proprio come Venafro. Scoperti di recente i resti di due sepolture infantili, rinvenute all’interno degli ambienti abitativi.
Ad illustrare il progetto il presidente della Fondazione Neuromed, Mario Pietracupa, e la Responsabile Scientifica, Andreina Ricci.
“La Fondazione Neuromed – spiega Pietracupa – è promotore di questa iniziativa che intende valorizzare lo scavo in maniera fattiva al fine di renderlo fruibile ai cittadini. Quando nel corso di lavori di ristrutturazione ci siamo trovati di fronte alcuni reperti, abbiamo allertato la Soprintendenza, che ringraziamo per la fattiva collaborazione, e coerentemente a quella che è la nostra cultura di promozione del territorio abbiamo ritenuto preminente dare impulso a questo progetto. Riteniamo che il Molise sia ancora tutto da scoprire – ha continuato – Tanti sono i ritrovamenti archeologici poco valorizzati. Al di là di quello di oggi, che rappresenta un passaggio necessario per ottenere l’autorizzazione da parte del Ministero per il prosieguo dei lavori, annunciamo che la Fondazione si rende disponibile a collaborare con le Istituzioni per la gestione degli altri siti archeologici attinenti l’area del Volturno. L’intento è quello di utilizzare esperti del settore per progetti di ricerca che possano contribuire a creare un percorso storico-culturale fruibile a tutti. Una conquista archeologica, un laboratorio a cielo aperto che non trascurerà nemmeno l’educazione scolastica, punto di partenza di ogni iniziativa affinché anche i nostri ragazzi possano apprezzare la storia della loro Regione”.
“Questo è un territorio con una ricchezza culturale straordinaria – ha affermato Andreina Ricci nel corso dell’incontro – e l’Università Tor Vergata ha da sempre cercato di valorizzare, tramite studi e lavori di riqualificazione, il patrimonio archeologico e culturale distibuito nelle zone periferiche del Paese. Questo scavo è un’occasione per passare dal gusto della rovina, in quanto è difficile riconoscere uno scavo e la ricchezza in esso contenuta, al gusto del recupero di pezzetti di storia. Mostrare lo scavo in corso d’opera, renderlo fruibile e comprensibile spiegando cosa si sta facendo, ci permette di condividere con tutti il nostro lavoro”.
Il progetto permetterà l’esecuzione di interventi di scavo, valorizzazione territoriale, musealizzazione e ricerca archeologica sui beni culturali che saranno conferiti o dati in concessione o in uso alla Fondazione; la realizzazione di progetti di ricerca scientifica, di conservazione e fruizione pubblica, del patrimonio in concessione o in uso alla Fondazione; la realizzazione di progetti di sviluppo e valorizzazione del territorio locale anche attraverso l’istituzione di parchi archeologici o sistemi museali; la promozione di Master di primo e secondo livello in materia di Archeologia e Paesaggi, come pure organizzazione di conferenze, dibattiti, convegni e seminari, nazionali e internazionali, su temi di interesse comune; la realizzazione di pubblicazioni scientifiche.