È in svolgimento dal 23 aprile 2022 l’ambiziosa rassegna di arte contemporanea Biennale del Gattopardo, legata al nome del romanzo che rende famosa la città agrigentina di Palma di Montechiaro. L’autore de Il Gattopardo, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, fu duca di Palma e Barone di Montechiaro. Un evento prestigioso, che vede la partecipazione di artisti e intellettuali provenienti da tutto il mondo.
Quest’anno la tematica prescelta è quella dell’Uomo – Dio, declinata da un punto di vista filosofico, artistico, concettuale, giuridico, ambientale. Alla rassegna c’è anche il Molise, tra i relatori, nel suggestivo palazzo ducale che ispirò l’autore de Il Gattopardo, la professoressa Adele Fraracci con il suo intervento filosofico: “l’Homodeus, la sfida a Dio e agli uomini”. In una atmosfera suggestiva, ricca di sollecitazioni artistiche e culturali, “c’è il mio contributo filosofico che parte dai Fratelli Karamazov, ma con Dostoewskij faccio rimare Kierkegaard, Nietzsche, Max Weber, Horkheimer, Adorno, sfiorando, con Wilfred Bion, la psicanalisi e la psicologia sociale. Sono particolarmente contenta di aver puntato su Dostoevskij, una scelta fatta prima della guerra scatenata da Putin contro l’Ucraina e che oggi, dentro il tragico conflitto e dentro un quadro stoltamente censorio nei confronti della cultura russa, acquista un sapore di ossequio per quest’ultima, inequivocabilmente grandiosa”.
Il curatore della rassegna è il professore Michele Citro, realizzatore di importanti mostre: “Idilli Cromatici. Omaggio a Leopardi a 200 anni dall’Infinito” (Città della Pieve, 2020) e “Tra Inferno e Paradiso XX/21 (Anagni 2021). E Michele Citro, tra l’altro editore con Paguro di “Filosofia è donna e cosmopolita” di Adele Fraracci, ha posto il quesito a artisti e intellettuali : Chi è l’homodeus oggi? “È da questo interrogativo, potente, che in qualità di pensatore, in primis, e di curatore, poi, mi sono mosso per riunire eccellenze da ogni dove e chiedere loro, semplicemente, di ragionare insieme, di dia-logare, di scoprirci, nuovamente, in un tempo diverso e unico, di lasciare una traccia. Ed ho deciso di farlo in Sicilia, un’isola, posta al centro del Mediterraneo, da sempre spiritualmente aperta al mondo, alle culture ed alle contaminazioni più disparate”. Parte da qui e così la Biennale del Gattopardo.