Pienone per Flavio Bucci e Gigi Proietti. A Casacalenda cittadinanza onoraria per l’artista di origini molisane e poi nel capoluogo l’incontro che strappa applausi e sorrisi

L’aula magna dell’Università di Campobasso è gremita per l’arrivo di due maestri del palcoscenico: Flavio Bucci e Gigi Proietti. Entrambi arrivano nella sede Unimol di via De Sanctis dopo una giornata intensa trascorsa a Casacalenda, dove Bucci, originario del paese bassomolisano, ha ricevuto la cittadinanza onoraria. A fargli da cerimoniere il collega e amico Proietti.

Dopo il riconoscimento che il Comune di Casacalenda ha voluto offrire a un grande attore come Bucci i due si raccontano nell’incontro promosso dall’Università e attraverso le numerose domande che gli rivolge l’attore e direttore artistico del Teatro del Loto di Ferrazzano, Stefano Sabelli. A rompere gli schemi grazie al suo modo di strappare una risata al pubblico con l’improvvisazione è Proietti, che coglie l’occasione di un disguido con il microfono per accennare una battuta, che fa puoi proseguire citando il suo famoso “cavaliere nero”. “Lasciatelo perdere, lui è molto permaloso”, risponde con una risata l’attore a Sabelli che lo ha chiamato in causa.

“Se lo dici te che siamo dei maestri”, dice ancora a chi veste i panni dell’intervistatore e che gli ha domandato quale sia stato il suo mentore. “Davvero, – prosegue diventando serio  – non lo dico per finta modestia. Io non ho avuto maestri perché non ho fatto un’accademia, né ho mai avuto la fortuna e il piacere di poter lavorare con loro, magari con un grande come De Filippo”.

Nell’incontro di circa un’ora avvenuto all’Unimol, i due raccontano un po’ di loro: i ricordi degli inizi di entrambi si mescolano strappando sorrisi e risate alla platea. La calzamaglia verde che Proietti doveva indossare nei primi anni di gavetta o il personaggio molisano-pugliese inventato da Bucci per il regista Monicelli che, “un pò trae spunto dalle mie origini e un pò fa parte del gioco del colore del divertimento”, rapiscono il pubblico che viene anche a conoscenza di come due molisani, Marco Caldoro e Riccardo Zita, stiano lavorando a un documentario su Bucci che sarà proiettato proprio a Casacalenda, in occasione della prossima edizione di Molise Cinema. C’è poi spazio per citare il teatro scespiriano diretto da Proietti a Roma che nello scorso anno ha fatto registrare ben 56mila presenze o, le risate di Bucci dinanzi a un film sempre attuale del grande Totò.

Trovano, inoltre, terreno fertile anche temi più rilevanti trattati in maniera schietta e senza tanti giri di parole, come ad esempio la questione dei diversi tipi di pubblico per la televisione, il teatro o il cinema. “Il pubblico è uno – rimarca Proietti – e non credo che la televisione abbia danneggiato il teatro, anzi. Penso che proprio grazie alla tv oggi si va maggiormente ad assistere a opere teatrali”. C’è poi il tema del cosiddetto teatro politico che l’artista romano dice di non preferire perché in esso “si perde in qualche modo la poeticità della scena”.

Il tempo nell’aula magna scorre in fretta mentre gli applausi che si susseguono scandiscono il ritmo di un incontro culturale importante per il capoluogo e l’istituzione universitaria, proprio in un momento in cui, guardando a cosa accade in Europa, “può apparire singolare mettere in campo simili azioni”. Ma proprio un evento del genere, avvenuto in un giorno in cui il terrorismo ha attaccato il cuore dell’Europa “diviene il simbolo di libertà”, come ricorda il rettore Gianmaria Palmieri e come sottolinea nuovamente Lorenzo Canova, docente Unimol, nel suo intervento iniziale. Un concetto che viene rimarcato anche nelle parole del primo cittadino, Antonio Battista, il quale subito dopo si complimenta per “l’attivismo di questa Università”.

Frasi che vengono pronunciate prima che avvenga quel patto di complicità tra gli attori e il loro pubblico che, però questa volta, ha avuto l’occasione di vederli da vicino e senza indosso i panni dei tanti personaggi interpretati nella loro lunga carriera.

Foto Cristina Salvatore 

 

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