NATALE! Una parola che trova un’eco di calore e di luce in ogni cuore. Chi più chi meno, in fondo ama pensare alla festa fatta di piccole luci nel buio, del caldo di casa, di volti amati con cui condividere la gioia di esserci e di volersi bene, di una buona tavola, dello scambio di un dono, di una chiesa fredda ma bella, della contemplazione di un mistero che non fa paura: “Non posso avere timore di un Dio che si è fatto così piccolo!”, diceva S. Teresa di Gesù Bambino. Certo, chi è meno fortunato, solo, povero, malato o semplicemente ha fame, forse ha solo il ricordo di un’infanzia felice… ma proprio per lui, sarebbe ancora più giusto un vero NATALE!
Quest’anno tutto il mondo se la passa un po’ male, paura e dolore, sembra così strano, proprio a Natale… Maria la mamma e il Piccolino, pure loro ne dovettero passare: in viaggio col pancione e nessuno, nemmeno pagato, che ti vuole ospitare, il nono mese si compie e solo una gelida grotta il tuo sposo trova per riparo, nessun aiuto di parente o amica prima e dopo il parto, così meraviglioso…
I bei segni dal Cielo li conservi nel cuore ma dopo appena una settimana, tu madre vieni a sapere che tuo Figlio sarà segno di contraddizione e una spada a te trafiggerà l’anima, ti dicono poi che il Re in persona cerca il tuo bambino per farlo morire e quindi devi scappare, allattando, andare lontano, in un paese straniero…sempre a dorso di un povero asinello. A ben guardare, fu un Natale amaro quel primo, del Principale, tribolato…ma sempre lieto e bello! Che felicità quella nascita pure per Giuseppe, che c’entrava poco, e per noi, che non c’entriamo per niente… se non perché un grande Padre, Iddio, ha deciso di mettere su questo bel mondo e di creare pure noi, ha voluto mandare il Verbo Suo Figlio a prendere carne da una Vergine immacolata e per fare che? Per il piacere di stare più vicino a noi, proprio dentro di noi, per farci divino-umani, divinamente felici, come Lui.
Perciò Natale è la festa della bontà, dell’innocenza e del dono, perché un Innocente è nato per salvarci, per comportarsi da Dio come si usa dire, per prendere su di sé la parte peggiore che incombe sulle nostre vite così fragili e preziose, per noi, per i nostri cari e pure per Lui… È voluto venire a questo mondo per liberarci da tutto il pericolo che rappresentiamo per noi stessi, come un buon papà protegge i suoi bambini incoscienti, dal male di cui non siamo consapevoli e da quello che siamo capaci di fare, dalla paura, dalla sofferenza e dal dolore, che da veri uomini saremo capaci di accettare e superare, come una donna che partorisce, se sappiamo di avere una speranza migliore.
Ognuno di noi istintivamente sente che nella gioia pura del Natale c’è qualcosa di sacro e di vero, al di là di tutti gli addobbi natalizi e usi tradizionali che passata la festa sembrano così ridicoli e lontani. L’animo umano ha bisogno di pensare e amare qualcosa di vero e di grande, di buono e di bello: così facendo si sente più felice. Si dice che la festa di dicembre sia stata ereditata da quelle che anticamente celebravano il ritorno della luce: può darsi, certamente, ma di Uno solo che ha detto “Io sono la luce”, ogni 25 dicembre dopo 2020 anni siamo ancora qui, a celebrare l’esistenza.