Quasi in prossimità della Festa di San Pardo, dei giorni 25-26 e 27 maggio, una delle manifestazioni più importanti del Basso Molise, il cuoco Giuseppe propone una ricetta di un piatto semplice ma molto rappresentativo di questa comunità: i ‘Tubetti e piselli alla larinese’. Non solo la ricetta e i consigli utili per prepararla, ma cenni di storia e voglia di recuperare le tradizioni anche rivalutando piatti come questo.
Tubetti e piselli alla larinese:
Ingredienti:
1 kg di piselli freschi; 1/2 bicchiere di olio extra vergine di oliva; 50g di pancetta, prezzemolo, sale quanto basta.
Preparazione:
Soffriggere dolcemente, in abbondante olio, la pancetta tagliata a tocchetti e la cipolla affettata finemente. Aggiungete i piselli sgranati e lavati, il prezzemolo e un paio di mestoli di acqua calda. Saltate e fate cuocere a fuoco basso. Lessate i tubetti al dente e finite la cottura nella padella insieme ai piselli per qualche minuto.
Storia della pietanza:
Questo semplice e profumato piatto primaverile è legato ad una delle più antiche e suggestive ricorrenze molisane, la ‘Carrese di San Pardo’ del 25, 26 e 27 maggio. Se qualche lettore, che sia molisano o non, non ha mai visitato Larino nei giorni della Festa di San Pardo, non rinunciate a vedere almeno una volta nella vostra vita questa straordinaria sfilata di carri trainati dai buoi, addobbati di candidi ricami di filo e fiori di carta dai mille colori, non rinunciate ad ascoltare l’antica “laudata” che ancora si canta dietro qualche carro. Nella circostanza dell’addobbo e delle successive sfilate dei carri che portano la statua del Santo e realizzano l’incontro con San Primiano, la famiglia che patrocina il carro offre a chi l’aiuta, insieme a tante altre cose, i piselli “casce e ova” oppure pasta e piselli e, più di recente, l’agnello con piselli casce e ova.
Ci vogliono altre parole per dire quanti sentimenti popolari e quale profumo di storia siano contenuti in alcuni piatti? Che cosa si aspetta a rilanciarli su scala più ampia come motivi di recupero della più alta tradizione e di sviluppo dei fattori di richiamo delle comunità molisane?
Buon appetito.