Le arrampicate sportive non regolamentate disturbano la nidificazione. L’appello del WWF per maggiore attenzione e più controlli

CRISTINA SALVATORE

Le arrampicate sportive non regolamentate, praticate anche in Molise,  disturbano la nidificazione. L’allarme arriva dal WWF che chiede agli organi di competenza più controlli e maggiore attenzione per la tutela dell’avifauna nidificante, la cui salvaguardia rappresenta un tassello indispensabile per la difesa della biodiversità e la preservazione dell’ecosistema.

Il Molise ospita diverse specie di uccelli, per alcuni dei quali la riproduzione è strettamente legata alle pareti rocciose.  Animali come l’Aquila reale, il Falco pellegrino, il Gufo reale e il più raro Lanario, nidificano infatti tra queste pareti che offrono un riparo sicuro da eventuali predatori.

Escludendo le aree protette all’interno di parchi e riserve, non tutti i rilievi montuosi godono di tutela e spesso le arrampicate sportive, se non praticate dietro stretta e dettagliata regolamentazione, possono avere conseguenze molto negative nei confronti degli uccelli rupicoli durante il delicato momento della cova. Una parete alta solo pochi metri può, infatti, rappresentare un luogo di nidificazione per uccelli come il Lanario e altre specie rarissime, tutelate da Direttive europee, nel caso specifico dalla Direttiva 2009/147/CE.

Come rende noto il WWF proprio il Lanario è tra le specie inserite nella lista rossa delle categorie in pericolo. Stessa sorte per la Cicogna nera che in Molise è migratrice e quest’anno si è avuto il primo e unico caso di nidificazione con deposizione di due uova. “Purtroppo – fanno sapere dal WWF – la nidificazione è fallita perché la coppia è stata disturbata durante la cova da rocciatori che hanno chiodato la parete per la loro attività sportiva. L’abbandono della cova, seppur di breve durata, può portare infatti alla morte dei piccoli oppure può spaventare i giovani nidiacei inducendoli a tentare troppo precocemente l’involo provocandone anche in questo caso la morte”.

Già nel 2012 il WWF si appellò alla Direttiva Habitat 92/43, che tutela la Rete Natura 2000, per sollecitare gli Enti preposti a maggiori controlli su quelle che sono le attività non strettamente correlate alla protezione di flora e fauna e a mettere in pratica la procedura di valutazione d’incidenza.

Al momento la cosa importante da fare quando si ha intenzione di praticare sport di questo tipo, tenendo sempre bene a mente che in ogni luogo incontaminato l’uomo deve sentirsi ospite, è informarsi bene  prima di ogni escursione, usare il buonsenso e allontanarsi immediatamente quando ci si accorge di essere nei pressi di un nido.

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