GIUSEPPE FORMATO
Una folta platea ha accolto, a Campobasso, Luigi De Magistris, sindaco di Napoli, arrivato nel capoluogo molisano per la presentazione del suo ultimo libro ‘La città ribelle’, nell’ambito della rassegna ‘Leggo, Leggi, Légge – le parole della giustizia e della legalità’, promossa all’assessorato comunale alla Cultura e proposto dall’Unione Lettori Italiani.
“Difficilmente mi allontano da Napoli – ha esordito l’ex pm accolto tra gli applausi dei presenti – perché faccio il sindaco a tempo pieno, però, questi momenti per me sono importanti. Riesco, infatti, a portare all’esterno tutto quello che stiamo facendo per il bene di Napoli, che spesso non si trova sui giornali. I migliori comunicatori della mia città sono i turisti, che arrivano nel capoluogo campano, lo vedono con i propri occhi, riportando tutte le proprie impressioni su una città rinata. Il ruolo di primo cittadino a tempo piano mi porta a camminare molto tra i miei concittadini. Di media percorro sette chilometri, il record è stato di ventisette in una sola giornata”.
De Magistris ha rapito la concentrazione dei presenti, raccontando, in parte, le storie narrate nel libro ‘La città ribelle’.
“Ultimamente – ha spiegato il sindaco di Napoli – quando mi chiamano nelle scuole a parlare di legalità e giustizia, mi soffermo più su quest’ultimo concetto. Dovrebbero andare di pari passo, ma si stanno sempre di più allontanando. Oggi abbiamo tante leggi in contrasto con la Costituzione, oltre a essere lontane dal buonsenso”.
“Ho ereditato Napoli nel 2011 – ha ricordato Luigi De Magistris – tra i rifiuti, senza turisti e con un dissesto finanziario di svariati milioni di euro. Arrivato a Palazzo San Giacomo, capii che sarebbero state necessarie scelte coraggiose. Nei giorni in cui io mi insediavo nel capoluogo campano, a Caserta chiudevano le scuole per il dissesto del Comune. Analoga situazione capitò al sottoscritto nel 2013, aggravata dalla politica di spending review del governo Monti. Il direttore generale del Comune di Napoli mi intimò di chiudere le scuole comunali, asili nido compresi, per l’impossibilità di contrattualizzare gli insegnanti. Io, però, sono un uomo di legge e cercai di spiegare al direttore generale che le scuole sono costituzionalmente tutelate. Con un atto di coraggio, assumemmo trecento maestre, alle quali l’anno successivo trasformammo il contratto a tempo indeterminato. Il direttore generale mi denunciò, ma la Corte dei Conti ci diede ragione, ribadendo il concetto di gerarchia delle fonti e della supremazia delle leggi costituzionali. Fu la più bella rivincita per un uomo di legge”.
“Chi ricopre ruoli di responsabilità – ha proseguito De Magistris – oggigiorno è chiamato a effettuare le scelte, applicando le norme. Se avessi chiuso le scuole, avrei scaricato le responsabilità su altri. Non si amministra in questo modo. La Costituzione vive attraverso i cittadini e il ruolo di sindaci e amministratori. Sarebbe troppo semplice scaricare su altri i propri doveri e la responsabile delle decisioni”.
“Io non sono un sindaco isolato – ha precisato l’autore del testo ‘La città ribelle’ – come, spesso, mi descrivono gli avversari politici. I miei alleati sono le persone. Il mio isolamento è dal sistema politico e dall’antipolitica, quest’ultima portata avanti da chi si sporca le mani. Napoli, oggi, è guidata da persone oneste e, forse, per le scelte che stiamo attuando ne risponderò per i prossimi venti anni, considerando che, pur non navigando nell’oro, firmo atti e documenti d’un certo valore”.
De Magistris ha spiegato il modus operandi per la risoluzione dell’annoso problema dei rifiuti. “Nel 2011 – ha ricordato – durante la mia prima campagna elettorale, i rifiuti arrivavano al primo piano delle abitazioni. Sapete in quanto tempo abbiamo risolto la questione? In un mese. Da ex magistrato sapevo dove colpire, perché, prima del mio arrivo, il problema non si è mai voluto affrontare. L’emergenza, infatti, produce profitto e denaro, possibilità di assegnare lavori senza appalti, affidandoli alle ditte vicine alla politica o alla criminalità organizzata. Abbiamo eliminato tutti i subappalti, affidando la gestione dei rifiuti a una municipalizzata. In sostanza, il primo obiettivo, nel 2011, fu quello di eliminare il rapporto tra criminalità organizzata, affari e politica. Abbiamo reso pubblici tutti i principali settori: dall’acqua, al patrimonio immobiliare, che al mio arrivo stava in mano a un privato (l’imprenditore Romeo, oggi in carcere, ndr), internalizzando tutti i servizi essenziali. A Napoli abbiamo ribaltato il concetto sui beni comuni, partendo dal presupposto che la proprietà privata non sempre può essere tutelata”.
“La democrazia dell’ascolto – ha chiosato il sindaco di strada – è faticosa, però, posso dire che oggi Napoli è una città che sta continuando a suonare, a prescindere dal direttore d’orchestra. Abbiamo coinvolto i cittadini e quando i progetti partono dal basso gli stessi acquisizione maggior valore, rispetto alle decisioni calate dall’alto”.
“Campobasso – a dare il benvenuto a De Magistris, l’assessore comunale alla Cultura, Emma de Capoa – dà il benvenuto a Luigi De Magistris, il primo cittadino di una città difficile, ribelle. La storia, infatti, ci ha dimostrato che, dai tempi di Masaniello e fino ad arrivare alle Quattro Giornate del 1943, Napoli ha dimostrato intolleranza verso tante forme di autorità, oltre a un forte anticonformismo. Napoli, però, è anche la città in cui è evidente che qualcosa sia cambiato. C’è, infatti, un diverso modo di fare politica, grazie al quale i cittadini si sentono più vicini alle istituzioni e partecipi alla vita della città. Tutto ciò grazie a Luigi De Magistris, definito il sindaco di strada, impegnato a contrastare l’illegalità diffusa. Un primo cittadino antisistema e antipartitico, ma non antipolitico, che ha conquistato i suoi cittadini, ai quali si è rivolto per portare avanti tutti insieme i valori fondamentali per amministrare una città: collettività, solidarietà e correttezza civica”.