GIUSEPPE FORMATO
‘Occidente’ è il tema della mostra inaugurata ieri, venerdì 12 giugno 2015, e che resterà aperta, al Museo Sannitico di Campobasso, fino al prossimo 31 luglio. Si tratta di una riflessione su tematiche attuali, con un’angolazione diversa rispetto ai convenzionali modi di approccio a una materia particolarmente complessa, quanto mai attuale.
La mostra, che ha avuto il supporto dell’assessorato alla Cultura e alle Politiche Giovanili del Comune di Campobasso, è curata dalla critica d’arte campobassana Silvia Valente e impreziosita dalle elaborazioni artistiche di Paolo Borrelli, Maria Chiara Calvani, Fausto Colavecchia e David Fagioli.
“La mostra è nata grazie ai moderni mezzi di comunicazione – ha spiegato Silvia Valente –. L’idea è stata sviluppata con uno scambio di email, attraverso le quali è stato quasi naturale rivolgersi verso l’arte contemporanea, con la quale mettere in luce la paura che, agli occhi dei cittadini, mette il mondo orientale, identificato dai media come il nemico da sconfiggere. Questo nasce, soprattutto, dalla scarsa consapevolezza del nostro essere Occidente e del suo reale significato. Ogni artista ha sviluppato il valore della nostra cultura e di tutte le altre presenti nel mondo. È venuto fuori un progetto multiculturale che arriva a farci capire che l’antagonismo tra le culture nasce dall’uomo e non è antecedente a esso”.
Ad aprire la mostra ‘Occidente’, all’ingresso del Museo Sannitico, c’è la ‘Casa ricamata’, nata da un’idea di Maria Chiara Calvani, è “un accumulatore di memorie, di usi e costumi di popoli diversi”. È una tenda composta da pezzi di stoffa ricamata, ognuno dei quali con la scritta di un proverbio dei diversi Paesi del mondo, che è possibile ascoltare al suo interno, grazie a computer. Al suo ingresso un lunghissimo rotolo con la rappresentazione degli Stati del Mondo, tutti separati. A significare l’esigenza di ritrovare quella unità, smarrita negli ultimi tempi.
“L’iniziativa proposta da Silvia Valente – ha affermato l’assessore alla Cultura e alle Politiche Giovanili, Emma de Capoa – ha suscitato immediatamente curiosità e attenzione per la scelta del tema e per la qualità dei suoi professionisti. Il confronto tra vari artisti e la complessità del rapporto socio-culturale tra mondo occidentale e quello orientale sono state le molle che mi hanno spinto ad approvare il progetto. Parlare di ‘occidentalità’ attraverso l’arte contemporanea è, negli ultimi tempi, motivo di dialogo e confronto che stimola le coscienze di molti. Gli ultimi fatti di cronaca e politica ci impongono una seria riflessione sull’argomento, obbligandoci a una presa di posizione etica e morale”.