Dagli specialisti del Neuromed un modo completamente diverso di vivere la malattia e la cura, con l’aiuto dell’arte e della bellezza del nostro Paese. È ciò che viene proposto con il protocollo d’intesa appena firmato tra l’Associazione ParkinZone, presieduta dal dottor Nicola Modugno, Responsabile del Centro per lo Studio e la Cura della Malattia di Parkinson dell’I.R.C.C.S. Neuromed, e il Segretariato Generale della Giustizia Amministrativa.
Il protocollo segue l’approccio innovativo che ParkinZone propone da tempo per affrontare la malattia di Parkinson, utilizzando il teatro e altre forme di espressione artistica quali la danza, la musica e l’arte all’interno di luoghi di alto interesse storico e artistico.
“È davvero un onore per noi – dice il dottor Modugno – essere accolti nella sede del Consiglio di Stato da un’istituzione così prestigiosa ed avere l’opportunità di sperimentare la Dance Well nel contesto del meraviglioso Palazzo Spada, ogni sabato a partire dal prossimo 13 aprile. Un sincero ringraziamento va dunque al Segretario Generale del Consiglio di Stato per la disponibilità e la sensibilità dimostrate. Oltre alla bellezza della sede, i pazienti apprezzeranno anche l’attenzione rivolta nei loro confronti da parte di un’istituzione dello Stato. Ciò ci incoraggia a proseguire nei nostri progetti già attivi a Roma come ParkinArte, al Palazzo delle Esposizioni, e ParkinParco all’interno del Parco archeologico del Colosseo. Non solo, ma saremo presenti anche nel Molise con il neonato progetto ParkinMolise che darà la possibilità di svolgere le nostre attività riabilitative nel Museo archeologico di Campobasso e nei musei di Venafro, come il Castello Pandone, grazie al Polo Museale del Molise, che ringrazio”.
L’idea fondamentale è quella di stimolare il cervello, renderlo più ricettivo proprio grazie allo spazio artistico in cui si svolgono le attività. In questo modo il paziente viene abituato a convivere ed a lavorare in gruppo senza tralasciare l’aspetto del divertimento e dell’arte.
“È molto importante – continua Modugno – lavorare in spazi ricchi di storia, artistici, belli. Il cervello è più creativo, i pazienti dichiarano di sentirsi molto più attenti e stimolati. Infine c’è un altro aspetto al quale teniamo molto: i musei, i palazzi storici sono spesso visti come spazi dedicati solo alle “elite”. Qui invece diventano punti di aggregazione, di inclusione sociale, di lavoro e di terapia e possono davvero contribuire a migliorare la vita dei malati”.