GIUSEPPE FORMATO
Una marcia partecipata e silenziosa. In cinquemila si sono ritrovati a Venafro per gridare silenziosamente la propria rabbia contro i morti della Piana di Venafro. Persone uccise dai tumori.
Un’area ad alto tasso d’inquinamento e a pagarne le conseguenze, nei decenni, i cittadini. Coloro che non hanno mai avuto l’opportunità di avere statistiche alla mano, ma soltanto la percezione quotidiana di chi, negli anni, ci ha lasciato.
La sordità e la lentezza della macchina burocratico-politica molisana (più plausibile mancanza di una volontà seria e precisa) non hanno mai permesso ai molisani di avere un registro dei tumori, in un’area, estendibile a tutto il territorio regionale, dove non fa più notizia chi si arrende alla partita della vita.
La manifestazione, organizzata da Raffaele Siano dopo la morte di un amico e il fermo di due camion di Herambiente e Colacem carichi di ceneri pesanti, ha dimostrato che la popolazione è stanca. Non solo quella venafrana, ma anche quella dell’hinterland di un territorio martoriato dalle morti di cancro.
Durante il corteo la raccolta di firme, che proseguirà anche nei prossimi giorni, per la pubblicazione del ‘Registro dei tumori’, l’installazione di due centraline preposte alla misurazione dell’indice di inquinamento e la limitazione del traffico pesante lungo via Colonia Giulia.
Serrande abbassate in segno di solidarietà alla manifestazione del popolo, partecipazione di amministratori e politici, oggi più che mai carichi di responsabilità per porre fine a una situazione, che quotidianamente strazia le famiglie dell’hinterland venafrano. E la richiesta ai due consiglieri regionali di Venafro: due su ventuno, Cotugno e Scarabeo. Tanti in considerazione della rappresentanza territoriale, che avrebbero dovuto, secondo il parere dei cittadini, da anni prendere in mano la situazione.
È emerso un pensiero comune: non è stato mai fatto abbastanza, in termini di prevenzione, per l’area venafrana. Solo chiacchiere e pochi fatti, nonostante la mortalità record per tumori.
Parte attiva del corteo anche la presidente di ‘Mamme per la Salute e l’Ambiente’, Mariantonietta Di Nardo, che ha dato appuntamento per il prossimo 3 febbraio al centro sociale don Orione per studiare nuove strategie, al fine di mantenere alta l’attenzione su una questione non più differibile nel tempo.
A conclusione del corteo, una rappresentanza è stata ricevuta dal sindaco Antonio Sorbo e da alcuni consiglieri comunali, per iniziare a stabilire le prossime mosse da mettere in campo, al fine di evitare che il partecipato corteo di sabato 14 gennaio 2017 resti lettera morta. Per buona pace di chi, per anni, è stato sordo a uno dei problemi più annosi del Molise.