Unimol, il rettore sulla classifica del ‘Sole 24 Ore’: “Sui dati influisce la mancanza di lavoro presente in Molise”. Palmieri critico sui finanziamanti dello Stato mentre invita gli studenti del posto a rimanere

Al centro il rettore Palmieri

ANDREA VERTOLO

Convoca la stampa il rettore dell’Università del Molise Gianmaria Palmieri per commentare i dati pubblicizzati da ‘Il Sole 24 ore’ relativi alla qualità degli atenei italiani che vede l’Unimol al 52^ posto.

“È vero – ammette – siamo nella parte medio bassa della classifica, come l’anno scorso, ma abbiamo tre top ten, ovvero siamo secondi nel giudizio dei laureandi sulla qualità dell’ateneo, un settimo posto lo registriamo in base all’attrattiva dell’università da fuori regione e siamo in ottava posizione come capacità di inserimento dei nostri studenti in stage e tirocini”.

“Sul dato generale – sottolinea quindi Palmieri – paghiamo il contesto territoriale in cui operiamo, in quanto l’occupazione in Molise è davvero insufficiente rispetto alle altre regioni italiane e su questo l’Unimol può farci ben poco”.

Sul basso numero di studenti molisani che si iscrivono alle diverse facoltà presenti sul territorio, il rettore precisa: “aumentare il dato degli iscritti molisani è un nostro obiettivo primario, per questo invitiamo le famiglie a valutare con attenzione, cautela e spirito di concretezza le scelte circa gli atenei da scegliere. Studiare a casa propria permette allo studente non solo di laurearsi prima, ma anche avere il tempo necessario per una formazione completa e mirata”.

Critico Palmieri si mostra poi sui finanziamaneti concessi dallo Stato. “Ammontano a 28 milioni euro quelli ricevuti dall’Unimol  – dice – e, considerando che abbiamo 8 mila studenti e che altri atenei, con meno iscritti, usufruiscono di maggiori fondi, è possibile capire bene come la volontà politica sia quella di avvantaggiare le università del nord rispetto a quelle del meridione”.

Un monito dal rettore arriva anche alla Regione Molise “da dove sottolinea – sarebbe auspicabile un maggior intervento finanziario.

Lo stesso Palmieri si dice però fiducioso “perché – sostiene – finalmente si è capito il valore che può dare l’ateneo quando si tratta di autonomia regionale. Ad esempio la facoltà di medicina è stata considerata come ancora di salvezza per questa regione, per ciò che riguarda la questione della sanità”.

 

Exit mobile version