I giudici non hanno ritenuto che ci sia stata premeditazione (tesi portata avanti dal pm Nicola D’Angelo) nel gesto dell’uomo, seppur riconosciuta la sua volontarietà. L’accusa aveva chiesto l’ergastolo per Antonio La Porta, il quale si trova in carcere dal giorno dell’omicidio.
Oltre ai 28 anni di reclusione, è stata disposta una provvisionale, a titolo di risarcimento danni, di 140mila euro per i familiari della vittima, ovvero tre figli, la moglie e due sorelle, costituitisi parti civile nel processo.
Il legale di Antonio La Porta, Carmine Verde, aveva chiesto ai giudici che venisse riconosciuta al suo assistito la legittima difesa, in alternativa l’eccesso colposo in legittima difesa e l’omicidio preterintenzionale attenuato dalla provocazione. L’avvocato campobassano, dunque, ha già annunciato che ricorrerà in appello.