In Molise quando una donna decide di denunciare le vessazioni e le violenze di un uomo, non sempre dall’altra parte trova chi le assicura assistenza. A denunciarlo in una nota la presidente di Liberaluna Onlus, Maria Grazia La Selva che parla di “inefficienza del servizio pubblico”.
Una donna, insieme al figlio, arrivata dai carabinieri per denunciare le violenze e gli abusi del coniuge è stata costretta a restare una giornata intera in quegli uffici.
A raccontare la vicenda è la stessa La Selva. “Nonostante il grande impegno delle forze dell’ordine nel cercare un alloggio e un aiuto, queste si sono sentite rispondere che non ci sono posti nelle strutture locali, né alcuno è corso in Caserma per sostenerla e collocarla altrove, tantomeno si sono preoccupati di indicare alle forze dell’ordine il nome di ‘Liberaluna Onlus’ quale alternativa al servizio pubblico e prima associazione del territorio ad occuparsi, da circa sei anni, del fenomeno della violenza e del sostegno alle vittime”.
“Quando a fine giornata sono stata chiamata sul mio numero personale, alla domanda del maresciallo se avessi avuto la possibilità di aiutare la signora, mi sono subito attivata per farlo”, racconta ancora La Selva che ha inviato una missiva alla presidente della quarta commissione consiliare, la consigliera Filomena Calenda, con l’intento “di fare luce sulla poca chiarezza in merito all’operato dei servizi pubblici presenti sul territorio”.
“Io, in qualità di responsabile del Centro Antiviolenza Liberaluna Onlus, continuerò a lottare affinché a nessun’altra donna possa essere detto no e colgo l’occasione per ringraziare tutte le aziende e le persone che ci sostengono economicamente permettendoci di continuare nella nostra missione.
Aspettiamo, però, – conclude con una nota di amarezza La Selva – che i fondi regionali per combattere il fenomeno della violenza vengano distribuiti a tutti i servizi, pubblici e privati – come siamo noi”.