‘Tesoro Angiolillo’, il processo volge al termine. La Procura di Roma chiede le condanne per i due imputati

L’avvocato Luigi Iosa

Davanti all’ottava sezione penale del Tribunale di Roma, si è chiuso il dibattimento avente ad oggetto l’appropriazione indebita e la ricettazione dei gioielli appartenuti al senatore Renato Angiolillo, fondatore ed editore del giornale capitolino “Il Tempo”.

Sul tavolo degli imputati Marco Oreste Bianchi Milella, figlio di primo letto di Maria Girani in Angiolillo, seconda moglie del senatore, nota come la “regina dei salotti romani”, ed Hervé Louis Fontaine, gemmologo svizzero di fama internazionale.

Il primo è accusato dalla Procura di Roma di essersi appropriato – dopo la morte della madre avvenuta in Roma il 14 ottobre 2009 – dei gioielli degli eredi del senatore Renato Angiolillo, valutati oltre cento milioni di euro, il secondo invece di ricettazione.

L’inchiesta era partita da Campobasso dopo la denuncia di Renato Angiolillo Jr, difeso dall’avvocato Luigi Iosa, nipote omonimo del deputato liberale.

Le indagini erano state coordinare dal pm Fabio Papa e svolte anche con un blitz a Montecarlo nel 2013 dal maresciallo dei Carabinieri Giuseppe Salotto.

Il Tribunale di Campobasso nel 2014 inviò gli atti a Roma per competenza territoriale. Alla fine dell’udienza di martedì 19 settembre 2017, il pm di Roma Loredana Carrillo ha concluso la sua discussione chiedendo di condannare Marco Oreste Bianchi Milella per l’appropriazione indebita aggravata dei gioielli, tra cui il celebre diamante rosa venduto all’asta a New York per quaranta milioni di euro, a tre anni di reclusione ed euro mille di multa ed Hervé Louis Fontaine per la ricettazione aggravata degli stessi a quattro anni di reclusione ed euro cinquemila di multa.

Il 27 settembre toccherà alle parti civili rassegnare le conclusioni.

Il 19 ottobre 2017, dopo la discussione della difesa degli imputati e le repliche delle altre parti processuali, è prevista la lettura della sentenza.

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