Oggi, 31 ottobre 2023, a ventuno anni dal terremoto in cui persero la vita 27 bambini e la loro insegnante nel crollo della Jovine, così come due donne rimaste vittime nella loro abitazioni, la piccola comunità di San Giuliano di Puglia rivive il dolore che si rinnova.
Come ogni anno, ormai da 21 anni, la campana del cimitero risuona per 30 volte alle 11,32 in punto. L’ora in cui il destino del paese mutò per sempre, l’ora esatta in cui nel piccolo centro molisano scomparve un’intera generazione.
Alle 9 di questa mattina il Consiglio regionale che si riunisce per onorare la Memoria in un Giorno istituito tramite la Legge regionale numero 29 del 12 novembre 200
Tanti i messaggi delle istituzioni che ricordano il dolore. Una ferita grandissima da cui forse ancora troppo poco si è imparato in termini di sicurezza.
“Tutti noi – le parole della Dirigente ATP (Ambito Territoriale Provinciale) dell’Ufficio Scolastico del Molise, Marialuisa Forte – continuiamo a portare nel cuore il ricordo indelebile della tragedia che ha colpito la scuola Jovine e la nostra intera Comunità scolastica, portando via i sorrisi e i sogni di 27 giovani vite innocenti e della loro maestra. Ricordare è nostro dovere, per fare in modo che tragedie come questa non accadano mai più. Ancora una volta, in questa Giornata, ci uniamo al dolore delle famiglie, riaffermando il valore della vita umana e sottolineando l’impegno di tutti verso il diritto dei nostri alunni a formarsi in luoghi sicuri. Mentre commemoriamo questa Giornata, portiamo con noi la consapevolezza che anche nei momenti più oscuri, la speranza possa fiorire e la solidarietà possa rafforzare le fondamenta della nostra Comunità. Che la memoria dei nostri piccoli “angeli” e della loro insegnante sia per sempre un faro luminoso di speranza per il mondo della scuola e nel cammino di ognuno”.
“Facendo ora, insieme, memoria di quegli attimi, di quelle immagini e di quello strazio, – ha detto il presidente del Consiglio, Quintino Pallante, nella seduta straordinaria – ci rimmergiamo in uno degli eventi più drammatici della storia del Molise, per onorare quei bambini che l’emotività del momento fece definire “Angeli”, attraverso la formazione di un’unità di intenti per organizzare al meglio il nostro sistema scolastico e per rendere, in generale, sicuri quei luoghi di pubblica fruizione nei quali facciamo trascorre così tanto tempo ai nostri figli. Sono di fatti persuaso, che necessiti unità di intenti per investire risorse intellettuali, progettuali, finanziarie ed operative, nella sicurezza e nella prevenzione negli edifici che devono essere antisismici e antincendio, con un’areazione capace di poter gestire emergenze come quelle epidemiologiche generate da pandemia, vedi Covid. Edifici posizionati in modo adeguato o resi protetti da rischi idrogeologici o da ogni altro pericolo interno o esterno immaginabili e prevedibili dalla scienza e dal buonsenso. Ma occorre pari unità di intenti nel garantire sicurezza nel proteggere la popolazione scolastica nel suo complesso dai diversi pericoli che le vengono dalla droga, dal ciberbullismo, da abusi e violenze a sfondo sessuale, dall’odio raziale, ideologico o di genere, così come da ogni altro tipo di minaccia rinveniente dai disagi che la società può suo malgrado riversare nel sistema educativo. In altre parole, occorre garantire sicurezza per ciascun studente, di ogni età, dal momento che esce dalla propria abitazione per raggiungere il luogo di formazione prescelto, fino al suo ritorno a casa. Occorre creare ed assicurare le condizioni affinché sia sempre garantita la sicurezza nei servizi di trasporto, la sicurezza sulle strade, la sicurezza nelle mense scolastiche, la sicurezza da ogni evento che possa turbare il diritto di crescere e formarsi con serenità nella propria comunità comunale e regionale, con qualificati ed adeguati standard di protezione da ogni accadimento umanamente prevedibile. Parimenti dobbiamo prevenire i pericoli e le insidie che possono giungere da eventi naturali o incidenti. Dobbiamo, inoltre, adoperarci anche per prevenire l’impatto delle tante problematiche sociali di questo turbolento inizio del terzo millennio, che, se non gestite in modo adeguato e con i tempi giusti, possono raggiungere e coinvolgere in svariati modi, primi tra tutti attraverso i social, i singoli ragazzi, quindi le loro famiglie e in generale le comunità locali e regionali in cui essi vivono. Il Giorno della Memoria, dunque, ci affida un impegno importante e difficile, che siamo chiamati ad onorare come Assemblea legislativa, come forze politiche rappresentanti il territorio regionale e come donne e uomini impegnati al servizio della comunità. Un impegno che, ovviamente, coinvolge parimenti tutte le altre istituzioni, il mondo economico, sociale e culturale, e in generale ogni cittadino del Molise. L’impegno non può che essere quello ad operare, senza distinzioni e divisioni, pur nelle diversità di ciascuno, perché la sicurezza e la prevenzione, intese in tutta la loro complessità e ampiezza, nei luoghi pubblici, e principalmente nelle scuole, siano il punto di arrivo di ogni sforzo, di ogni testimonianza e di ogni programmazione e progettazione a breve, medio e lungo periodo”.
“Un evento tragico – ha detto, invece, l’assessore regionale Michele Iorio, all’epoca dei fatti Governatore del Molise – che non potrà mai abbandonare la mente di chi, da amministratore, ha vissuto quelle ore di angoscia e pregava affinchè venissero fuori corpi ancora in vita di quanti erano rimasti sotto la macerie. E’ in questo ricordo che quegli angeli continuano a vivere anche attraverso le nostre parole. Ecco dunque che la Giornata della memoria deve essere anche occasione di riflessione e di approfondimento delle problematiche relative all’evento verificatosi, alla protezione civile, alla prevenzione, alla sicurezza, al mondo dell’infanzia. Tanto è stato fatto, perché quegli “angeli” hanno spalancato una porta nella vita di tutti i bambini italiani sollevando l’attenzione sulle scuole sicure tanto che, ancora oggi, l’argomento è un punto focale anche sul PNRR a livello nazionale. A livello nazionale, dopo il terremoto in Molise è stato istituito il Fondo per interventi straordinari della Presidenza del Consiglio dei Ministri, per le verifiche sismiche e i primi interventi urgenti. Intanto in Molise, dopo questo tragico evento, è stato realizzato il piano “Scuole sicure” che in pochi anni ha ristrutturato quasi tutti gli istituti scolastici della regione. Oggi, sul territorio, scuole pericolose non ne esistono più e se qualcuna ancora c’è, è stata chiusa. Tutto questo grazie all’impatto che ha avuto sul territorio italiano e regionale il crollo della Jovine e la morte dei bambini con la loro maestra. La tragedia è stata trasformata in fonte di forza ed è per questo che, per quanto dolorosa sia l’esperienza, dobbiamo fare in modo che il trascorrere del tempo non archivi nel silenzio quel ricordo.
Questo, invece, il messaggio di Aldo Patriciello, europarlamentare e membro del Ppe: “La memoria senza impegno politico e civile rischia di diventare un esercizio fine a se stesso, una ricorrenza svuotata del suo contenuto più importante, ovvero il dovere ad operare di comune accordo affinché simili tragedie non abbiano più ad accadere. Quanto successo nel 2002 a San Giuliano di Puglia ci impone dunque non soltanto di ricordare quei tragici istanti ma anche e soprattutto di lavorare seriamente per garantire la massima sicurezza possibile per tutti gli edifici, pubblici e privati. Credo sia questo il modo migliore per ricordare il dramma di quei giorni in cui persero la vita trenta persone, tra cui 27 alunni e la loro maestra: un impegno civico e morale cui nessuno può sottrarsi e a cui è opportuno dedicare ogni sforzo istituzionale. È una battaglia su cui da tempo sono impegnato a Bruxelles, affinché le istituzioni europee predispongano un fondo allafiglad hoc da destinare esclusivamente alla prevenzione e alla messa in sicurezza dei territori a rischio. Ricostruire e sostenere le aree interessate da simili tragedie è assolutamente doveroso, ma è arrivato il momento di lavorare per fare tutto ciò che è necessario per rendere sicuri il più possibile i luoghi dove far crescere i nostri figli”.