La cronaca nazionale si occupa ancora una volta del Molise. Sotto i riflettori del Corriere della Sera, del TG4 e di Agorà, la famosa triste storia del catamarano, del Termoli Jet, costato otto milioni di euro, soldi pubblici, e ancorato da dieci anni nel porto della cittadina molisana adriatica.
Deserta anche la seconda asta, col prezzo fissato 1.800.000 euro, quattrocentomila euro in meno della prima asta. Una svendita, a carico dei molisani.
La trasmissione ‘Agorà’ con i suoi inviati si è recata in loco, al porto di Termoli, dove il Termoli Jet fa bella mostra di sé ed è l’emblema dell’utilizzo di denaro pubblico del primo decennio degli anni 2000, quel periodo che ha visto il Molise sprofondare in una crisi infinita. Anziché attuare politiche per i giovani, si decide di “investire” sedici miliardi di vecchie lire in una nave che avrebbe dovuto velocizzare i collegamenti tra il Molise e la Croazia.
I fondi utilizzati furono quelli dell’articolo 15, di una legge promulgata dopo il terremoto del 2002 e l’alluvione dell’anno successivo.
Il processo penale e il procedimento dinanzi alla Corte dei Conti si chiusero con l’assoluzione del governatore Iorio e della sua Giunta; sciolta la società che costituirono Regione Molise e l’imprenditore Larivera, per la realizzazione del collegamento tra le due sponde del Mar Adriatico.
I cittadini molisani hanno sul groppone una nave costata otto milioni di euro e che non si riesce a vendere, anzi a svendere, nemmeno a meno di un quarto del costo.
Una di quelle storie molisane che, seppur terminata positivamente per i protagonisti nelle aule giudiziarie, fa capire che la lungimiranza verso il Molise e i suoi abitanti non è stata propria di chi ha governato la Regione Molise nel primo decennio del 2000, quello che tutti auspicavano dovesse essere il periodo dell’entrata nel futuro. Invece, il Molise è sprofondato nel passato più remoto.
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