Tempo di bilanci per il Campobasso di Aliberti. Il patron dei rossoblù profetizzò questa stagione già sette anni fa

Il patron dei rossoblù Aniello Aliberti

La stagione del Campobasso, quando siamo arrivati alla tredicesima giornata, può finalmente essere soggetta ad un bilancio generale, che comprenda sia il campo e i relativi risultati ottenuti fino a questo momento, sia la gestione societaria nel suo complesso.

I numeri di questa stagione, alla vigilia della sfida contro la più quotata capolista Matelica, vedono il Campobasso con due punti in più rispetto allo scorso anno, e a meno nove punti dalla prima della classe, rispetto ai meno tredici della passata stagione.

Il campo, quindi, dice che in questo campionato i rossoblù non solo hanno qualche mattoncino in più rispetto al recente passato, ma stanno affrontando un campionato ancora del tutto aperto, rispetto a quello stravinto dalla Sambenedettese.

Passando alle questioni societarie bisogna evidenziare come, rispetto alla campagna acquisti della stagione precedente, gli ingaggi di quest’anno sono dimezzati a fronte di una squadra con un’alta media di giovani, oltretutto molti  provenienti dalla vincente juniores di Carmine Rienzo, vincitrice del campionato di competenza.

Due punti in più, con un bilancio più leggero e, senza alcun esonero sulle spalle, quindi, fanno apparire questa stagione molto più serena della precedente.

Aliberti, in questi mesi, è stato molto ermetico rispetto ai programmi per il futuro. Allora per ricercare l’idea nuova di calcio che l’ex patron della Salernitana ha in mente, bisogna fare un passo indietro e arrivare, addirittura, ad un’ intervista rilasciata dallo stesso Aliberti a una tv campana nel luglio del 2009.

“Ho sempre dimostrato di fare calcio in una certa maniera, con gli investimenti o senza investimenti”, le parole dell’ex numero uno della Salernitana. “Oggi, – ha proseguito –  prenderei 25 ragazzi di prospettiva, li crescerei per bene e affronterei un campionato senza paura, con un buon tecnico libero da ogni compromesso e dalla melma che gira intorno al mondo del calcio”.

Nell’intervista, che  a sette anni di distanza appare come profetica. Aliberti, infatti, aveva ben chiaro anche il nome dell’allenatore. “Oggi la politica che adotterei, se non avessi la possibilità di avere giocatori giovani in anticipo – sottolineò il neo patron rossoblù – è quella dei prestiti dei giovani da altre società, da valorizzare per conto delle stesse. Ma il nodo principale resta sempre quello di aver un allenatore competente. Salerno negli ultimi anni ha visto passare ottimi tecnici, Novelli su tutti, che era lì a portata di mano e lo hanno fatto scappare via, ed è un signor tecnico che poteva lavorare con i giovani senza indebitare la società”.

“E’ ovvio – concluse Aliberti nel 2009 – che a certi tifosi potrebbe non piacere questa politica, ma certi tifosi devono saper applaudire quando la squadra gira e fischiare quando la squadra gioca male”.

Insomma, a sentire questa intervista, lontana sette anni da oggi, si può affermare che Aliberti l’idea di calcio ce l’ha ben chiara da tempo e a Campobasso sta affrontando il campionato così come avrebbe fatto nella sua Salerno, con tutti i pro e i contro.

Il campionato dei lupi, intanto, prosegue senza grosse difficoltà e, chissà se la partita di Matelica non possa dare quella spinta in più per far riaccendere l’entusiasmo di una piazza assopita da tempo ma che, come nella passata stagione, ha dimostrato di saper riaccendere il focolaio della passione da un momento all’altro.

Exit mobile version