La San Stef.A.R. Molise è un’azienda privata che eroga servizi socio-sanitari, tra cui fisioterapia e riabilitazione, in convenzione con il Sistema sanitario regionale dopo regolare accreditamento. Conta oltre 80 dipendenti tra i centri ambulatoriali di Campobasso e Termoli e vanta un budget da 2 milioni 750.000 euro. Numeri, che per i Cinque Stelle “sono esplicativi dell’importanza che il centro ha per l’utenza molisana. Un’importanza a quanto pare solo teorica”, chiosano.
“Da anni – rimarcano Manzo e Federico – i lavoratori della clinica sono costretti a sopportare continui ritardi nel pagamento degli stipendi. Al momento, ad esempio, i dipendenti ancora avanzano le mensilità di agosto e settembre 2017, ma anche i premi di produzione e il rimborso Irpef relativo al 2016: ritardi che da anni si ripetono ciclicamente. Una situazione divenuta insopportabile anche perché, ed è questa la cosa grave, a quanto ci risulta l’Asrem riconosce puntualmente le prestazioni della San Stefar e la paga con regolarità.
Da tempo la Regione cerca di risolvere la questione ed è stato anche aperto un tavolo istituzionale con i sindacati, ma la situazione resta difficile.
I lavoratori della sede di Campobasso, agli esponenti del M5S, hanno raccontato una realtà fatta di difficoltà anche quotidiane: due mesi di stipendio oltre ai benefit sono, infatti, fondamentali in tanti casi.
Il MoVimento 5 Stelle Molise è così pronto a promuovere una possibile soluzione alle difficoltà dei lavoratori. Esiste infatti una legge, la numero 18 del 2008 che all’articolo 25-bis riporta ‘Condizioni e requisiti per la stipulazione degli accordi contrattuali e dei contratti con i soggetti privati accreditati’; si tratta di un articolo scritto proprio su pressione dei lavoratori della clinica, già in quel periodo alle prese con situazioni di difficoltà, e approvato in Consiglio all’unanimità.
Il testo prevede una serie di requisiti per le strutture convenzionate con il sistema sanitario regionale e una possibile via d’uscita per i lavoratori in caso di inadempienze.
In particolare prevede che i soggetti privati accreditati, per accedere agli accordi contrattuali e ai contratti per l’erogazione di prestazioni sanitarie, devono essere qualificati e improntare la loro attività ai principi di qualità, professionalità e correttezza. Per stipulare ogni anno questi accordi e firmare contratti di valore superiore a 200.000 euro, inoltre, i soggetti accreditati devono dimostrare requisiti di capacità economica, tecnica e organizzativa mediante: referenze bancarie ed eventuale documentazione del fatturato; indicazione del personale sanitario e del personale dirigenziale, nonché dei soggetti concretamente responsabili della prestazione; documentazione attestante la regolarità della corresponsione delle retribuzioni al personale dipendente, nonché la relativa regolarità contributiva; descrizione delle attrezzature tecniche tale da consentirne l’individuazione e la rintracciabilità delle misure adottate per garantire la qualità delle prestazioni sanitarie, nonché degli strumenti disponibili.
La perdita, in corso di esecuzione del contratto, dei requisiti o l’accertamento dell’inadeguatezza organizzativa della struttura sanitaria danno avvio a un iter che prevede la contestazione delle inadempienze da parte della Regione che poi fissa un termine per la loro soluzione. Scaduto questo termine scatta la risoluzione del contratto, la sospensione dell’accreditamento e l’avvio delle procedure per la sostituzione del soggetto accreditato. Il soggetto subentrante è tenuto ad assicurare il rispetto della normativa a tutela dei lavoratori e della contrattazione collettiva nazionale di categoria.
“Ci auguriamo – dicono i 5 Stelle – che non si arrivi a soluzioni estreme, ma è chiaro che la Regione deve muoversi. Alla prima occasione utile, quindi già martedì prossimo, presenteremo in Consiglio regionale un ordine del giorno aperto a tutti gli schieramenti politici. L’atto impegna il governatore Frattura ad attivare le procedure previste dalla legge che abbiamo visto, contestando le inadempienze all’azienda e fissando un termine per regolarizzare le posizioni di tutti i dipendenti oltre il quale l’iter andrà avanti come abbiamo visto. Crediamo che sia un dovere morale sottoscrivere un atto che salvaguarda decine di lavoratori e le loro famiglie”.