La consigliera di parità della Regione Molise, Giuditta Lembo, insieme al Coordinamento degli Stati generali delle donne del Molise aderiscono al “Comitato unitario per la salvaguardia della Corte d’Appello di Campobasso e della giustizia di prossimità”. Un’adesione che arriva ad appena due giorni dalla sottoscrizione della ‘battaglia’ promossa dalla sezione Molise dell’associazione nazionale magistrati presieduta dal giudice, Vincenzo Di Giacomo, anche da parte del Comune di Termoli.
Come più volte ripetuto, sopprimere la Corte di Appello di Campobasso avrebbe effetti disastrosi per tutta la comunità molisana, sotto il profilo sociale, economico e della sicurezza pubblica. Una simile situazione comporterebbe anche la successiva chiusura di altri uffici pubblici, istituiti su base regionale, con drastica riduzione della popolazione determinata dai conseguenti trasferimenti delle famiglie dei relativi impiegati in altre sedi fuori regione, con tutti i conseguenti effetti dirompenti.
“La soppressione della Corte di Appello – sottolinea la consigliera di parità, Giuditta Lembo – comporterebbe inoltre la scomparsa di fondamentali presìdi di legalità in una regione, che è confinante con regioni afflitte dalla piaga della criminalità organizzata, col concreto e gravissimo pericolo della sua estensione anche nel nostro territorio. Condividiamo perciò – prosegue – la preoccupazione che questo processo comporterebbe onerosi costi e disagi per le parti processuali, i loro difensori, i periti, i Ctu, i testimoni e quant’altri, costretti a spostarsi in territori lontani per presenziare ai processi, con ulteriore aggravio dei tempi e dei costi, ancora più gravosi per i cittadini meno abbienti, oltre che per gli anziani e per i minori. La giustizia, insieme ad altri diritti fondamentali quali la salute, la sicurezza e la libertà, rappresenta uno dei più importanti diritti umani e uno dei pilastri su cui è fondata una società civile, un risparmio sui costi non equivale ad una migliore qualità della giustizia. Sono certa – conclude la consigliera – che uniti vinceremo questa battaglia”.
Unica nota positiva per la Lembo, in questo momento, sono i numeri che parlano di “una magistratura sempre più rosa. Rispetto agli anni precedenti, – sottolinea – nella popolazione dei magistrati in servizio si ribalta il rapporto tra uomo e donna, pur rimanendo attorno alla parità: 50,7% donne e 49,3% uomini. Una piccola grande rivoluzione se si pensa che alle donne è stato aperto l’accesso in magistratura appena 50 anni fa. Ci sono due donne nel consiglio direttivo della Scuola superiore della magistratura, così come sono molte le donne ai vertici delle correnti della magistratura associata. Ed è lontano il tempo in cui le donne che entravano in magistratura e finivano confinate nella riserva indiana della giustizia minorile. Un vero cambio di rotta a di poco clamoroso per un mondo tradizionalista come quello delle toghe. Il Molise è in linea con questo cambiamento che vede più donne magistrato ai vertici, anche grazie alla recente nomina di Presidente della Corte d’Appello di Rossana Iesulauro”. Proprio a quest’ultima la consigliera di parità formula i “migliori auguri di buon lavoro”.