L’imprenditore è proprietario di alcuni allevamenti e di un grande stabilimento a Gioia Sannitica (comune che nel 2008 ha conferito a Gravante la cittadinanza onoraria, in quanto ‘re del latte’), dove fino al novembre scorso veniva imbottigliato il latte ‘Foreste Molisane’, azienda oggi sottoposta alla curatela fallimentare.
Secondo quanto si apprende dalla nota della Procura di Santa Maria Capua Vetere (il pm è Raffaella Capasso, delegata al Corpo Forestale), il dipendente avrebbe denunciato la vendita di latte scaduto, attraverso un sistema che prevedeva il riutilizzo dei resi, mescolato con il latte fresco, prima di essere rimesso in commercio.
L’ex dipendente è stato solo il primo a raccontare un’amara verità, rompendo “il muro di omertà che proteggeva l’illecita attività protrattasi per una ventina di anni”, confermata e rafforzata successivamente anche dalle testimonianze di altri ex lavoratori, grazie ai quali sarebbe stato appurato che le operazioni di sversamento avvenivano di notte o quando pioveva, per eludere i controlli, considerando che l’acqua piovana nascondeva quello che stesse accadendo.
Secondo una delle testimonianze, dal 1994 al 2008, quotidianamente venivano interrati e bruciati, su una superficie di 100 metri quadrati e a tre metri di profondità, tutti gli scarti dell’azienda, comprese bottiglie in tetrapack, in p.e. e in pet, nonché etichette di carta e plastica, per un equivalente di 6,5 tonnellate al giorno. Il risparmio per l’azienda, in termini di smaltimento dei rifiuti, era di circa 72mila euro all’anno, pari a circa un milione di euro nel periodo di riferimento.
Il Corpo Forestale dello Stato, con uomini e mezzi messi a disposizione dall’Esercito Italiano e con la collaborazione dei tecnici dell’Arpa Campania, effettuerà gli scavi nella zona, attualmente sottoposta a sequestro, al fine di analizzare e campionare ciò che è stato occultato nel sottosuolo.
giusform