Il tutto parte dalla piattaforma Facebook dove, con dei profili fake ideati proprio per questi reati, delle avvenenti ragazzi con foto osé e provocanti chiedono l’amicizia virtuale. Una volta accettata, le sconosciute cominciano a chattare con la povera vittima e, nel momento in cui i discorsi si fanno piccanti, si cambia piattaforma. Solitamente si passa a Skype oppure ad altri posti virtuali in cui è possibile usare la piattaforma. Lì la vittima viene invitata a praticare atti sessuali in diretta e in quel momento cade nella trappola del malaffare. Il video della sedicente ragazza non è in diretta e la stessa raramente si fa vedere realmente in cam, mentre chi è dall’altra parte viene invece registrato nel suo momento ‘hot’. L’estorsione in questo momento si concretizza: con il video piccante dell’uomo, spesso marito o fidanzato, avviene il ricatto. Somme da capogiro per impedire la pubblicazione del video su Youtube o su Facebook. I soldi passano per ‘Money transfert’ per farne perdere la tracciabilità inoltre sia l’estorsore, sia il luogo dove confluiscono le somme sono all’estero, soprattutto in paesi africani o dell’Europa dell’Est e ciò rende molto complesse le indagini che, a differenza del web, sono condizionate dai confini nazionali.
Per evitare di cadere in questa rete di reati sessuali, la prevenzione è perciò fondamentale.
I consigli che la Polizia di Stato può fornire per accorgersi che si sta cadendo nella rete di un’estorsione sessuale (cd. sextortion) sono i seguenti: diffidare dai profili di avvenenti ragazze sconosciute che chiedono l’amicizia su Facebook, soprattutto se il loro profilo ha pochi “amici” (questo perché sono profili appena creati, appositamente per commettere il reato, quindi hanno pochissimi contatti); chattando con le sedicenti ragazze, qualora si dovessero spacciare per italiane, è facile capire che non lo sono dagli evidenti errori grammaticali o dalle frasi a volte prive di senso che scrivono (i criminali stranieri per scrivere in italiano usano i traduttori in rete che spesso, traducendo alla lettera il significato delle parole, compongono frasi prive di senso); non cedere mai alle richieste di denaro, infatti, in quasi tutti i casi, dopo aver inviato denaro ne viene chiesto altro e comunque i video compromettenti vengono pubblicati lo stesso; segnalare immediatamente ai social network in questione (Facebook e Youtube) il profilo incriminato tramite l’apposito tasto; segnalare immediatamente a Skype l’account dell’estorsore.
Tutte queste procedure servono a far si che i gestori delle piattaforme blocchino nel minor tempo possibile gli account dei malintenzionati.