Così, se da un lato è atteso per domani l’incontro tra genitori e primo cittadino, dall’altro i pentastellati di Palazzo San Giorgio cercano risposte e lo fanno attraverso un’interpellanza. Nel merito i grillini intendono conoscere il motivo per il quale “la scuola di via Leopardi sia stata stralciata tra le opere pubbliche oggetto di interventi per il prossimo triennio”.
“Gli interventi sulla struttura – chiedono dal Movimento 5 Stelle – sono stati eliminati perché l’amministrazione considera la scuola sicura o forse perché, al contrario, non la ritiene tale e magari si sta pensando di abbattere anche questa?” Qualunque sia la risposta, per il Movimento 5 Stelle l’unico dato certo è che “si è perso tempo prezioso e lo si è fatto ignorando la situazione”.
Una situazione che, oggi, richiede per i grillini “soluzioni coraggiose”, come ad esempio manovre di indebitamento. “La capacità finanziaria del Comune è tale – dicono dal M5S – per cui potremmo accendere mutui erogati da Cassa Depositi e Prestiti. Un mutuo di nobile scopo e non certo per spese improduttive, tra l’altro sganciato dai rigidi vincoli di spesa imposti dalla finanza pubblica; un mutuo, inoltre, garantito dai fondi C.I.P.E. oggetto di rimodulazione, fondi per i quali sindaco ed assessore hanno garantito il buon esito dell’operazione. Quella dei fondi C.I.P.E. è una partita ancora aperta ed intorno alla quale ruotano tutti gli interventi promessi, almeno sulla carta, per la sicurezza dell’edilizia scolastica. Infatti, – specificano – si tratta di un importo di circa 10.000.000,00 di euro, previsti per la mobilità urbana per i quali l’allora sindaco Di Bartolomeo chiese al Ministero di rimodularli in favore dell’edilizia scolastica, ma i tempi biblici della burocrazia ministeriale ed i dubbi sulla fattibilità tecnico amministrativa, hanno lasciato le casse del comune, vuote nella sostanza e piene soltanto nella forma. Ed allora, in attesa di ricevere questa fondamentale iniezione di denaro, siamo dell’idea che le risposte servano e servano immediate, perché la sicurezza – concludono – non può più aspettare”.