Secondo gli inquirenti si sarebbe trattato di una gestione poco lecita dell’appalto inserito nell’ampio progetto della Circumlacuale che avrebbe dovuto interessare anche le zone interne delle vicine Campania e Puglia. Attualmente, infatti, dopo quasi quattordici anni dall’aggiudicazione dell’appalto, non solo l’opera non è terminata, ma il cantiere è totalmente abbandonato, tanto da rappresentare anche un pericolo.
Coinvolti nello scandalo pure Giuseppe Abbamondi, progettista e direttore dei lavori, il sindaco di San Giuliano di Puglia e responsabile dello Sportello unico per l’edilizia, Luigi Barbieri, Enzo Di Grezia, nella veste di presidente della commissione di collaudo tecnico-amministrativo in corso d’opera e di commissario straordinario della Comunità Montana di Riccia.
Presenti anche i nomi di Antonio Francioni, all’epoca direttore generale della Regione, Giorgio Marone, nella veste di collaudatore sismico in corso d’opera e componente della commissione di collaudo tecnico-amministrativo in corso d’opera, Giuseppe Giarrusso, Giuseppe Campolieti e Mario Giuseppe Martino, tutti in qualità di ex commissari della Comunità Montana di Riccia, Donato Carlea come commissario straordinario, Claudio Falcione come responsabile unico del procedimento, Mario Consiglio nella veste di responsabile unico del procedimento, Nicola Cefaratti e Matteo Iacovelli entrambi nella qualità di supporto al Rup, Giovanni Lapenna responsabile dello sportello Unico per l’ edilizia del Comune di San Giuliano di Puglia, Giuseppe Di Donato rappresentante legale della Gsd costruzioni, Rosanna Renzi responsabile dell’ufficio Deposito progetti, violazioni e repressioni, coordinamento e pareri in seno al servizio tecnico per le costruzioni in zona sismica di Campobasso della Regione Molise e Nicola Selvaggio componente della commissione di collaudo tecnico-amministrativo in corso d’opera.