“Era una sera degli inizi di giugno, ero dietro al bancone della farmacia, quando entra un ragazzo chiedendomi di correre perché un bambino si era sentito male. L’ho seguito con sospetto, non ho pensato subito che fosse vero, ma mi sono comunque incamminato dove il giovane mi conduceva. Appena fuori dalla farmacia, vedo tantissima gente nella pizzeria di fronte. Mi faccio largo tra la gente, vedo la mamma del piccolo che urla e alcune persone che reggono il bambino, nel frattempo già diventato cianotico. D’istinto lo prendo e lo posiziono con lo sterno sopra al mio ginocchio, iniziando a dare alcune ‘botte’ sulla schiena. Il piccolo non reagisce e mi rendo conto che devo dosare meglio la forza. Non avevo mai praticato simili manovre, avevo paura di fargli male. Però non mi fermo, proseguo e poco dopo il bambino riesce a espellere dalla bocca un pezzettino di pizza che lo stava soffocando. Mi accerto che stava bene, e subito mi sono defilato per l’agitazione e l’adrenalina. Momenti simili sono concitati, tutti urlano e non c’è il tempo per pensare”.
Sono queste le parole che il farmacista di Campobasso Nicolangelo Giampaolo, ha usato per raccontare com’è diventato eroe per un giorno a ‘Storie Vere’, la trasmissione di Rai Uno dedicata alle vita delle persone comuni. Un contenitore all’interno del programma ‘Uno Mattina’, condotto da Eleonora Daniele. Emozionato per l’occasione avuta, il professionista ha preso parte alla trasmissione per sensibilizzare la popolazione su quanto sia importante conoscere le manovre di disostruzione pediatrica in casi simili.
Sono stati i giornalisti della redazione del programma a contattare il protagonista del capoluogo, dopo aver letto l’articolo sulla nostra testata, il quotidiano telematico CBlive, che nel mese di giugno, impazzò sulla rete e sulle bacheche di Facebook di tantissimi campobassani e non.
“Non avevo mai praticato manovre simili, né mai fatto corsi – ha ammesso Giampaolo in diretta nazionale – ma dopo la morte del piccolo Giulio, il bambino di Campobasso soffocato da una polpetta nel ristorante dell’Ikea di Bari, ho guardato un filmato sulle azioni da compiere in casi come questi. Avevo voglia di imparare per sapere come agire, ma non avrei mai pensato potesse capitarmi per davvero”.
Il professionista poi, nel corso della trasmissione, ha raccontato di come ancora oggi non abbia idea di chi possa essere il ragazzo che quel giorno si recò in farmacia per chiedergli aiuto. “Ricordo che aveva i capelli ricci – dice – ma da allora non l’ho mai più rivisto, è come se fosse scomparso nel nulla”.
Qualcuno in studio azzarda si possa trattare di un angelo. Chissà, in fondo ogni cosa acquista significato in base a come la si interpreta.