*GIANNI DI IORIO
Nel 2015 Il Ministero della Salute ha pubblicato un nuovo opuscolo informativo sugli effetti dell’esposizione al radon e le misure per prevenirne i rischi, consultabile sul sito internet www.salute.gov.it . L’opuscolo descrive dettagliatamente le caratteristiche di questo gas, quali sono gli effetti sulla salute e le misure per ridurre i rischi da esposizione.
Che cos’ è il radon? Il radon (222Rn), è un gas nobile inodore, incolore, insapore e radioattivo di origine naturale, presente ovunque sul pianeta Terra, sia pure in concentrazioni variabili. Esso è originato dall’Uranio, elemento radioattivo, a sua volta assai diffuso in tutte le rocce presenti nella crosta terrestre. La radioattività del radon consiste nell’emissione di minuscoli corpuscoli, chiamati particelle α, costituite da 2 protoni e 2 neutroni Queste particelle, volatilizzate nell’aria, possono essere inalate dall’uomo, stabilendosi lungo le vie aeree causando irradiazione.
Dove trovare il radon? Il radon è presente ovunque: nell’aria, suolo, acqua. Tuttavia, il rischio per la salute deriva principalmente dalla sua presenza in aria. La concentrazione di radon nell’atmosfera è variabile da un luogo all’altro. Si misura in Bq/m³ (becquerel* per metro cubo). *Becquerel è l’unità di misura della radioattività corrispondente ad una disintegrazione al secondo. 1 Bq di radon per m³ corrisponde al decadimento di atomo radon per m³ e al secondo. In aria esterna, il radon si dissolve rapidamente e la sua concentrazione media è generalmente bassa, di solito meno di una dozzina di Bq/m³. In spazi chiusi come grotte, miniere sotterranee, ma anche costruzioni in generale e abitazioni in particolare, si può accumulare a livelli elevati che a volte raggiungono alcune migliaia di Bq/m³.
La campagna di prevenzione che ha effettuato negli anni 1982-2003 il Ministero della Salute su oltre 10.000 edifici sparsi sul continente, ha permesso di calcolare la concentrazione media di radon nelle abitazioni. In Italia, in particolare, le misurazioni si sono attestate sui valori di 90 Bq/m³ e si sono evidenziate grandi disparità tra una zona ed un’ altra e, all’interno di una stessa area, anche tra un edificio ed un altro. Nelle zona a bassa presenza di Radon, il valore medio è pari a 24 Bq m³ mentre nelle zone ad alta presenza è di 264 Bq/m³.
Quali sono le zone più colpite? Le zone più colpite corrispondono a quelle formazioni geologiche naturalmente più ricche di uranio. Si trovano su grandi massicci granitici e anche in quelli di roccia arenaria e scisto nero.
Qual è il potenziale di radon della mia città? Su richiesta delle autorità di sicurezza nucleare, ASN ha effettuato una mappatura che permette di conoscere il potenziale di radon dei Comuni. Questa mappatura, scaturita dalle zone di formazioni geologiche stabilite dalla IRSN, ha portato a classificare le città in 3 categorie: basso potenziale comune, medio potenziale comune e alto potenziale comune. Per maggiori informazioni si può consultare e/o informazione realizzato dall’ISPESL oggi INAIL sul Radon al seguente indirizzo http://www.salute.gov.it/imgs/c_17_opuscoliposter_160_allegato.pdf.
Come il radon può infiltrarsi e si accumula nella mia casa? Il Radon in un edificio entra principalmente dal suolo e, in misura minore, dai materiali di costruzione e dalla distribuzione di acqua. Esso varia anche a seconda delle abitudini degli occupanti della casa per quanto riguarda la ventilazione e riscaldamento della stessa. Le parti a diretto contatto con il suolo (piano interrato, vespaio, piani dal livello più basso, etc.) sono quelli nei quali il radon si accumula facilmente e da qui entra nell’edificio e quindi nelle zone abitate. Il gas è facilitato dalla presenza di crepe, e passa facilmente attraverso le lastre e il pavimento. Il cambio di aria è un parametro importante. Durante il giorno, la concentrazione di radon in una stanza varia con l’apertura di porte e finestre. Naturalmente la presenza di tale gas risulterà superiore in una abitazione poco ventilata.
Come conoscere la presenza di radon a casa mia? L’unica modalità che permette di capire se questo gas sia presente nella propria abitazione è quella di effettuare misurazioni con rilevatori. Con tali strumenti è possibile effettuare un monitoraggio con il quale si può leggere il grado di inquinamento. Per fare in modo che i risultati ottenuti siano rappresentativi delle concentrazioni medie a cui si è esposti nelle proprie case, le misure devono essere effettuate nelle stanze dove si soggiorna più a lungo, per un periodo di diverse settimane e, preferibilmente d’inverno perché sono accesi i riscaldamenti. È inoltre possibile contattare un organismo accreditato per la misurazione del radon che invia personale specializzato nelle abitazioni per effettuare le misurazioni. *In alcuni luoghi aperti al pubblico – soprattutto scuole e ospedali – così come alcuni luoghi di lavoro, lo screening è obbligatorio e deve essere effettuata da organizzazioni riconosciute.
A quale concentrazione è necessario agire? In Europa e quindi in Italia, non esiste attualmente alcun limite regolamentare per le abitazioni. Sulla base delle raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, la Commissione Europea ha dichiarato il valore di 300 Bq/m³ medio annuale come un punto di riferimento al di sotto del quale dovrebbe trovarsi il radon. Quando i risultati delle misurazioni superano 300 Bq/m³, è necessario ridurre le concentrazioni di tale gas.
Come ridurre la mia esposizione? Esistono soluzioni per ridurre significativamente la presenza del radon nelle abitazioni. Esse si basano su due tipi di azioni:
• eliminare il radon nell’edificio ,migliorando il rinnovo dell’aria interna (la costruzione di ventilazione naturale o l’installazione di ventilazione meccanica);
• limitare l’ingresso del radon rafforzando la tenuta tra il terreno e l’edificio (collegando fessure e passaggi di tubi con collanti siliconici o cemento, il posizionamento di una membrana su uno strato di ghiaia rivestito una lastra di cemento, ecc).
Le soluzioni più efficaci possono richiedere di combinare i due tipi di azioni. L’efficacia di una tecnica di riduzione deve essere monitorata, dopo la sua attuazione, eseguendo nuove misurazioni di rilevamento della concentrazione di radon.
Se qualche lettore desidera approfondire le sue conoscenze su tale argomento, può consultare l’opuscolo su internet all’indirizzo internet http://www.iss.it/binary/radon/cont/PNRtesto.pdf.
* Questa rubrica è curata da Gianni Di Iorio, molisano, laureato in ingegneria,
architettura e pianificazione territoriale-urbanistica-paesaggistica-ambientale.
Il suo obiettivo è trattare argomenti scientifici e tecnologici,
usando un linguaggio semplice e diretto alla portata di tutti.