Una lettera aperta che pubblichiamo integralmente: “È noto che l’uomo, interagendo con la natura ed essendone egli stesso parte integrante, ne vede condizionato e determinato anche il proprio stato di salute – scrivono gli operatori dell’Arpa Molise –. Infatti, sono all’ordine del giorno notizie di persone ammalate o morte di cancro, di bambini nati con gravi deficit fisici e tanto altro di doloroso e di penoso; tutte condizioni di salute che prendono origine dall’inquinamento del suolo, dell’aria e dell’acqua.
Dunque è innegabile che esistano forti relazioni tra ambiente e salute come è altrettanto innegabile che la nostra regione non sia da meno quanto a situazioni di grave compromissione ambientale (vedi rifiuti tossici a Venafro, inquinamento da radon a Cercemaggiore e così via).
Quanto premesso spiega l’espressione di preoccupazione e mortificazione lavorativa usata nel titolo dell’articolo, che sta ad indicare, in questo ambito, uno stato lavorativo che è stato privato, quasi del tutto, del suo significato intrinseco.
La mortificazione risiede nella condizione di impossibilità per gli operatori dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (ARPA) di svolgere appieno le necessarie ed importantissime attività di controllo e di tutela ambientale proprie dell’Agenzia a difesa della salute dell’intera collettività.
Si ricorda che l’istituzione a livello nazionale delle diverse ARPA regionali ha rappresentato un passaggio culturale molto importante: finalmente si era riusciti a comprendere meglio il binomio ambiente e salute e il loro essere imprescindibili.
L’ARPA Molise nella sua dedizione alla protezione ambientale ha fatto molto per le proprie competenze di Monitoraggio, di Controllo e di Tutela del territorio. Inoltre, ha cercato con le proprie azioni di essere , nella sostanza, anche uno degli strumenti utili a scuotere le coscienze silenti, superando interessi e profitti dei singoli, e a far rispettare, insieme all’intera collettività, l’Ambiente, quale dono prezioso da tutelare e da ridonare alle generazioni presenti e future in tutta la sua magnificenza.
Ma, ad oggi, allo slancio iniziale con cui giovani e mature professionalità in collaborazione tra loro e con convinzione si sono adoperate per la protezione ambientale, è stato messo un brusco freno: l’ARPA non viene messa nelle condizioni di dare il proprio doveroso contributo perché vengono meno proprio i mezzi necessari per svolgere nella propria globalità le attività sia sul territorio che in laboratorio.
A seguito di ciò, noi operatori dell’Ente, pur portando avanti diversi servizi di controllo con impegno e professionalità, viviamo un amaro quotidiano controsenso: adesso, che stanno venendo al pettine gli ”ORRORI” scaturiti da scellerate scelte fatte per l’interesse di pochi, scelte che hanno deturpato la natura e compromesso la salubrità ambientale e quindi il benessere dei cittadini, adesso, che più di prima, ci sono impellenti necessità di azioni dell’ARPA sul territorio, siamo costretti a una modesta e limitata attività dove tutte le professionalità soffocano in una situazione di stasi.
Queste poche righe vogliono esprimere con forza la volontà di informare e di condividere con tutti i cittadini della sofferente condizione lavorativa dell’ARPA, condizione che pienamente rispecchia i terribili tempi di profonda crisi in primis a livello morale e poi, conseguenzialmente, economico – sociale. Chiediamo con impeto alla collettività un appoggio morale affinché, in un’unica voce, sosteniamo ciò che è un diritto e un dovere, ovvero poter effettuare appieno il Servizio di Controllo e Tutela ambientale per il bene comune. Inoltre la condizione di non far lavorare adeguatamente l’Agenzia porterà la Regione a soddisfare sempre meno la richiesta dell’Europa di dati e di classificazioni ambientali previsti dalla normativa europea e recepite a livello nazionale con leggi attuative; quindi, la Regione stessa, ovvero la collettività, sarà inevitabilmente e pesantemente sanzionata.
Non c’è più tempo per le “chiacchiere” di chi non ha l’umiltà di ammettere e rimediare ai propri errori, per chi pensa ancora a salvare il proprio ”orticello”. I tempi sono più che maturi perché chi sbaglia si assuma le proprie responsabilità e lasci ampio spazio affinché si possa intervenire con azioni urgenti che in questo contesto sono di Controllo, Recupero e Tutela ambientale.
La vita è un dono e l’amore stesso per la vita custodisce in se il dono di far comprendere come agire secondo il bene collettivo con azioni lungimiranti che assicurano un futuro anche per quelli che erediteranno quanto da noi seminato”.