È scontro a Palazzo San Giorgio sul delicato tema delle scuole. A generare la polemica questa volta è stato l’ultimo raid vandalico compiuto lo scorso 7 novembre alla Petrone di Campobasso e, più precisamente una nota inviata dal dirigente comunale Antonio Iacobucci ad alcuni genitori che avevano sollecitato l’istallazione delle telecamere di sorveglianza nei pressi dell’Istituto.
Nella missiva Iacobucci comunica che il Comune, con determina dirigenziale, il 15 dicembre 2015, aveva affidato alla ditta Sice Impianti di Ripalimosani i lavori per la posa in opera di telecamere antintrusione alla scuola Petrone. Sempre nella lettera, Iacobucci racconta anche come i dipendenti della ditta che avrebbe dovuto eseguire i lavori la scorsa estate, nel mese di luglio si siano presentati a scuola per iniziare ad operare, ma per ragioni sconosciute, siano stati rimandati a casa dagli operatori scolastici che, successivamente, non si sono preoccupati di contattare la ditta esecutrice dei lavori. Lavori quest’ultimi, che hanno preso il via lo scorso 8 novembre, a seguito degli ultimi episodi di vandalismo registrati.
La parte della lettera sulla quale fioccano le polemiche di genitori e minoranza al Comune di Campobasso e che ha generato un acceso dibattito sui social network è, però la parte finale in cui Iacobucci, dopo essere venuto a conoscenza di come gli atti vandalici sarebbero stati compiuti dagli studenti, invita docenti e scuola a riflettere sulla funzione educativa di entrambi che, in questi tempi, dice Iacobucci “è venuta a mancare”. Il dirigente sollecita, inoltre, l’istituzione scolastica a voler “scoraggiare tra gli allievi tali bravate”.
Parole messe nero su bianco che non vengono gradite dai genitori, dagli esponenti del Movimento Cinque Stelle e dal consigliere di minoranza Michele Scasserra che le definisce un modo per “sbeffeggiare i cittadini”.
E mentre l’ex candidato sindaco pentastellato, Roberto Gravina, commenta le dichiarazioni di Iacobucci come una “perla” educativo-moralizzatrice che segna il passo”, Praitano annuncia di volersi rivolgere alla magistratura. “Secondo il dirigente super pagato e tanto voluto dal sindaco – scrive Praitano – la responsabilità dei recenti furti nell’Istituto Petrone è da ricercarsi nel fallimento della scuola come istituzione e dei genitori nello svolgere il proprio ruolo di educatori. Ma anche la dirigenza ha le sue colpe perché non investe parte delle notorie disponibilità finanziarie per soluzioni scoraggianti. In effetti, in quanto a scoraggiamento, devo dire che oggi, – conclude il pentastellato – l’amministrazione ha dato prova di sapere come si fa”.
Sul piede di guerra restano poi i genitori riuniti nell’associazione ‘Scuola a misura di Bambino’ i quali, in una lettera di risposta alle parole del dirigente, compiono una serie di domande al sindaco, Antonio Battista.
Per prima cosa i genitori vogliono sapere se non tocchi all’Ente preposto “accertarsi che il lavoro commissionato sia stato eseguito, nella modalità e nei tempi stabiliti dal contratto”, chiedono inoltre al primo cittadino se da parte del Comune, “dove è stato accertato che gli autori degli atti vandalici sono stati gli studenti, sia stata sporta regolare denuncia contro questi”.
Tutte domande riconducibili però a unico quesito: “il sindaco conferma le dichiarazioni del dirigente Iacobucci, circa la responsabilità degli alunni della scuola sugli atti vandalici e le dichiarazioni sulle gravi responsabilità dei genitori dell’Istituto su tali azioni vandaliche?”
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