Resta in zona gialla il Molise nonostante la ventesima regione, non per la prima volta, abbia collezionato Rt più alto d’Italia. 1.27 (intervallo: 0.96- 1.63) per la precisione.
Come è possibile? È la domanda ricorrente.
Un quesito che diviene ancora più insistente se si pensa alle difficoltà che in queste ore sta vivendo il nosocomio del capoluogo.
La situazione all’ospedale Cardarelli, da diversi giorni, è particolarmente difficile.
Dopo l’appello e l’allarme lanciato dal primario Cecere di chiudere temporaneamente il reparto di chirurgia per evitare il rischio di un’epidemia colposa, ieri sera sarebbero stati bloccati i ricoveri in chirurgia. Ma non basta. La situazione resta drammatica.
Il cluster del Cardarelli comprende già una trentina di persone, tra sanitari e pazienti. Tra medici e infermieri chi è risultato negativo al tampone continua a operare nonostante serva che il molecolare, per sicurezza, sia ripetuto.
E allora come è possibile che il Molise resti ancora in zona gialla? La cabina di regia nazionale è al corrente di ciò che sta avvenendo in regione?
A puntare i riflettori su cosa sta accadendo nel nosocomio di Campobasso, oltre all’avvocato Iacovino che difende i parenti delle vittime, anche l’ex presidente Iorio che parla del Cardarelli come di una “bomba sanitaria”. Il tutto dovuto a una commistione dei percorsi Covid con quelli non Covid e alla mancata attivazione del centro Covid al Vietri di Larino.
“Questa situazione non è più tollerabile. E’ inaccettabile – dice Iorio – che resti aperto il reparto di chirurgia trasformato in un reparto misto Covid. E’ inammissibile che prima di un ricovero di notte non ci sia la possibilità di effettuare il tampone molecolare presso il Cardarelli pregiudicando tutti gli ospedali molisani.
Non è concepibile che lo stesso personale sanitario debba occuparsi di pazienti Covid e non Covid come spesso accade per gli OSS e per gli infermieri a causa della carenza di personale.
Dobbiamo affidarci alle rassicurazioni poco documentate e poco attendibili mentre l’opinione pubblica giustamente denuncia l’assenza di una decisione politica ridotta. La Regione è totalmente assente. Adesso arriverà il fine settimana in cui cadrà il silenzio per rivederci martedì ad un inutile Tavolo Covid, peraltro non aperto al pubblico, dove va in scena l’autocelebrazione di chi dovrebbe dare risposte, con atti e fatti.
Si fa ancora in tempo a ripensare all’utilizzo dell’ospedale Vietri di Larino: basta acquistare qualche attrezzatura e trasferire pazienti e personale Covid. E, soprattutto, – conclude l’ex governatore – occorre il coraggio di ammettere gli errori commessi e correggerli”.
Intanto, a denunciare come il Molise manchino informazioni sui dati statistici dei contagi e sulle fasce d’età maggiormente colpite dal virus la consigliera regionale del M5S, Patrizia Manzo.
“Eppure i numeri, – dice – la loro analisi e il loro studio sono gli alleati più preziosi nella lotta all’emergenza pandemica. In Molise siamo costretti a declinare questi concetti usando il condizionale: avrebbero potuto rappresentare l’arma di conoscenza indispensabile per poter contrastare, con risposte efficaci e mirate – che quindi vadano a colpire nel modo giusto il settore giusto – la diffusione del virus. Ho perso il conto di quante volte, nel corso dei tavoli Covid che si sono susseguiti in Consiglio regionale, io abbia incalzato la dirigenza Asrem su questo punto: sarà che è il mio ‘mestiere’, sarà che ne conosco a fondo le potenzialità, ma l’esatta conoscenza dei dati – conclude la Manzo – rappresenta sempre un valore aggiunto per l’individuazione delle strategie più appropriate”.