Le irregolarità sono emerse nel corso di un’indagine della Squadra Mobile di Campobasso che ha incrociato i dati dei procedimenti amministrativi con quelli delle certificazioni di invalidità dell’Inps, su un campione di 5mila residenti della provincia detentori di armi.
I medici di base, quindi, da un lato inoltravano all’istituto di previdenza le richieste di invalidità dei loro assistiti attestando patologie psichiche, dall’altro controfirmavano i certificati anamnestici, sottoscritti dai pazienti interessati, che riportavano una storia clinica pregressa “negativa”. Un meccanismo che ha così tratto in inganno il medico dell’Asrem, della Polizia di Stato o Militare che successivamente ne decretava l’idoneità psicofisica al porto d’armi e alla detenzione di armi.
Anche i medici “compiacenti” così come i loro pazienti sono stati denunciati per false attestazioni.
Alle 30 persone coinvolte, in via cautelare, sono stati ritirati i porti d’arma e le armi detenute. Inoltre, la Prefettura di Campobasso ha avviato, per tutti gli indagati, i connessi procedimenti per il divieto di detenzione di armi e la Divisione Pasi della Questura quelli per le revoche dei porti di fucile.