Due le persone denunciate dai Carabinieri forestali: si tratta di due uomini ritenuti responsabili dell’incendio scoppiato a Cercemaggiore e del rogo di Lucito.
Anche per l’anno in corso, per tutto il periodo di stato di massima pericolosità per gli incendi boschivi, l’organizzazione Forestale dell’Arma dei Carabinieri ha predisposto ed avviato un dispositivo di prevenzione finalizzato a contenere il fenomeno e di contrasto verso le condotte illecite, di natura dolosa o colposa, causa dei roghi.
E proprio il tempestivo intervento degli uomini dell’Arma ha permesso si svolgere nell’immediatezza le prime attività di indagine, per accertare, attraverso l’analisi delle evidenze fisiche, l’origine dei roghi e individuarne le cause, nonché raccogliere elementi circa il presunto autore.
In modo particolare nell’incendio divampato a Lucito a innescare le fiamme sarebbe stato un uomo intento a eseguire lavori agricoli: lo sfregamento di un masso con le lame di una trinciatrice agricola, avrebbe infatti causato la formazione di scintille che hanno poi acceso le stoppie lasciate sul terreno stesso,
Le fiamme sfuggite al controllo, hanno coinvolto un’area boscata e seminativi, interessando una superficie di circa 51 ettari complessivi.
I Carabinieri Forestali, chiamati a vigilare sul fenomeno, invitano tutti al doveroso rispetto delle norme in materia, nonché all’adozione di comportamenti prudenti e rispettosi dell’ambiente ricordando che gli eventi di incendio possono determinare notevoli danni a tutte le componenti ecosistemiche con compromissione dell’equilibrio idrogeologico del territorio.
La violazione delle norme oltre a comportare sanzioni amministrative importanti, può determinare l’incriminazione per il reato di incendio boschivo punito, ai sensi dell’art. 423 bis del Codice Penale, con la reclusione da I a 5 anni, se colposo, e da 4 a 10 anni, se doloso.