Sono sette le monache clarisse, tra cui una novizia, ospitate a Cercemaggiore nel borgo storico alle quali presto si aggiungerà un altro gruppo.
Le suore di clausura sono come gli alveari, seguono cioè un rigoroso percorso ed è per questo che l’arcivescovo di Campobasso-Bojano, GianCarlo Bregantini, dopo aver dialogato ed ascoltato con gli organi competenti, individuato il luogo e le strutture per attivare l’ospitalità ha deciso collegialmente di ospitare le suore di clausura a Cercemaggiore. Una consultazione, dunque, attivatasi con il consiglio Presbiterale diocesano, il Collegio dei Consultori, il vescovo di Norcia, Renato Boccardo, e quello di Arezzo Riccardo Fontana, il parroco di Cercemaggiore don Giuseppe Di Iorio e il sindaco Vincenza Testa.
La loro dimora è la casa, gentilmente messa da disposizione, da parte delle Suore Mater Orphanorum, di Cercemaggiore, con cordiale accoglienza da parte del parroco e della comunità. Le suore di Norcia resteranno il tempo necessario alla ricostruzione provvisoria, anche presso i moduli abitativi.
“E’ un bel segno di solidale vicinanza alla difficile realtà degli sfollati, per la gravità del sisma”, ha dichiarato il vescovo. “Questa comunità di sette monache era appoggiata con disagio, – ha raccontato – in un’altra casa, a Trevi, lontano da Norcia. Qui, in Molise, in diocesi, troveranno uno spazio per la loro intensa preghiera. Ne siamo fieri. Sentiamo che questa presenza arricchisce quella già preziosissima del monastero Crux Ignis di Faifoli. E la preghiera resta la nostra grande arma, davanti alle paure e alle inside del futuro”.
Per loro la diocesi tutta e la comunità di Campobasso – Bojano auspicano una “solidale attenzione alle loro quotidiane necessità”. “Un gesto di solidarietà verso i terremotati del Centro Italia. Questa ospitalità – ha sottolineato il vescovo Bregantini – si unisce ai tanti gesti che il Molise ha fatto attraverso varie forme. Una corona di opere di solidarietà”.