Lacrime, commozione e senso di vuoto per l’addio a Francesco Civerra. La Chiesa di San Giuseppe Artigiano non è riuscita a contenere la folla che ha reso omaggio al trentenne

La ‘vela’ in memoria di Francesco Civerra

Tantissime persone e non poteva essere altrimenti. La morte di un giovane scuote sempre una comunità ed eccezione non è stata fatta a Campobasso per il trentenne Francesco Civerra, stroncato da un malore mentre lavorava.

La Chiesa di San Giuseppe Artigiano, al quartiere Cep, non è riuscita a contenere la folla di persone, che ha voluto salutare per l’ultima volta, stringendosi al dolore dei familiari, quel ragazzo ben voluto da tutti. Molto volenteroso, impegnato in tante attività. E, soprattutto, generoso e affettuoso con il prossimo.

Diversi gli applausi, che hanno interrotto la celebrazione delle esequie. Applausi saliti fino in cielo, così come il suono della sirena, messa in funzione dai suoi colleghi del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco all’uscita della bara dalla Chiesa.

Portato a spalla dagli amici di tutti i giorni, al quartiere Cep, il luogo che lo ha visto crescere e dove abitava con i propri genitori e la sorella, è calata la tristezza, derivante dalla consapevolezza di non poter vedere mai più quel sorriso, costante del volto di Francesco.

Lacrime, commozione e quel senso di vuoto davanti alla Chiesa di San Giuseppe Artigiano. Palloncini lasciati volare verso il cielo, la sua moto parcheggiata davanti alla Chiesa e la canzone “Destinazione paradiso” di Gianluca Grignani, la sua preferita: così è terminata l’esistenza, breve ma intensa, di Francesco Civerra.

 

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