Ha ragione Giorgia Meloni, la Sea-Watch va affondata. Quindi Sea-Watch bum bum, a meno che non si trovi un mezzo meno rumoroso”. Fa discutere il post del docente Unimol, Marco Gervasoni, condiviso sulla propria bacheca Facebook e finito sulle pagine dei quotidiani nazionali.
Il post del professore di Storia contemporanea all’Università degli Studi del Molise, sulle vicende della nave della ong tedesca battente bandiera olandese ha suscitato anche l’indignazione dell’Associazione nazionale partigiani. “I toni pesantemente irridenti, ed ancor più le parole usate nell’augurarsi che la nave Sea-Watch venga fatta saltare in aria, sono in se stessi inaccettabili, e certo indicativi di una visione del mondo e dei diritti umani a dir poco sconcertante”, sono state le parole utilizzate dal presidente dell’Anpi, Loreto Tizzani, che ha condannato fortemente come ad utilizzare tali toni sia stato un docente universitario di storia, il quale rientra nella “categoria di coloro che avrebbero l’alto compito di educare le giovani generazioni instillando in loro conoscenza, competenza, etica”.
Intanto, sull’episodio è arrivata una nota da parte dell’Università dove si ribadisce come “l’ente pubblico di ricerca e formazione, non si identifica nelle posizioni politiche di nessuno dei suoi docenti”.
“Dei propri docenti – dicono ancora dall’Unimol – rispetta la libertà d’opinione ma li richiama, come recentemente avvenuto, al rispetto dei valori costituzionali e ad atteggiamenti consoni alla deontologia del docente universitario, che deve offrire strumenti conoscitivi per comprendere e affrontare, anche con vedute divergenti, la complessità di situazioni nelle quali si intrecciano e confliggono – concludono – interessi contrastanti e differenti piani normativi”.