Dopo una lunga e macchinosa inchiesta condotta dalla Procura antimafia di Roma con a capo il magistrato Giuseppe Pignatone si è arrivati all’ arresto, da parte dei Ros di Pescara di ben quattro persone che hanno favorito il riciclo del denaro di Don Vito Ciancimino, l’ex sindaco mafioso di Palermo.
Una storia intricata che – ahimè – approda anche in Molise e porta all’arresto del 69enne Raffaele Valente, originario di Termoli, residente a Montenegro e da oggi nel carcere di Larino. Una storia, questa del tesoretto di Don Vito Ciancimino, che ha avuto inizio nel 2010 quando il Nucleo Operativo Ecologico stava indagando sulla possibilità di appalti mafiosi nella ricostruzione post sisma all’Aquila. La rete della mafia, durante il corso delle indagini, si è ampliata a largo raggio fino ad arrivare in Romania, passando anche per il Molise. Il mafioso Don Vito aveva un’eredità troppo cospicua per cui bisognava ‘camuffarla’ riciclando il denaro nella vendita della Ecorec, una società rumena. In questa operazione di riciclaggio di denaro è scattato l’arresto per Sergio Pileri, imprenditore di Rieti e residente in Romania, Romano Tronci, ingegnere pistoiese, residente a Milano e agli arresti domiciliari a causa dell’età avanzata, Victor Dombrovschi, di cittadinanza rumena e del molisano Valente. Di quest’ultimo il coinvolgimento sembrerebbe accertato anche per alcune intercettazioni risalenti all’estate del 2012 dove, Valente parlerebbe di compravendite fittizie. Intanto le indagini continuano poichè, con molta probabilità, la rosa dei coinvolti è molto più amplia.