La dura vita degli studenti pendolari. Sveglia all’alba, freddo e disagi in un Molise mal collegato

Il terminal degli autobus di Campobasso

LUDOVICA COLANGELO

Una sveglia che suona alle 6, fin dall’età di 14 anni, e un rientro previsto a casa per le 15, momento in cui, di solito, i ragazzi già iniziano a svolgere i compiti per avere così  più tempo libero nel pomeriggio. E’ questa la storia di Claudia e tanti altri ragazzi che, pur non vivendo a Campobasso, ogni mattina, dal lunedì al sabato, si recano nel capoluogo per frequentare le scuole dell’obbligo o l’università.

“Da cinque anni – racconta Claudia – la mia vita è scandita da dei ritmi molto pesanti e non nego che tutto ciò, per me è frustante soprattutto quando, quotidianamente, vedo ragazzi non pendolari, dormire sui banchi di scuola per il sonno arretrato”.

Uscire di casa quando il sole ancora non sorge e rientrare quando l’ora di pranzo è già passata da un pezzo, probabilmente, è la fatica minore per i tanti pendolari diretti, ogni giorno, verso il capoluogo di regione. L’inverno, infatti, in Molise è molto lungo e  spesso, il clima non è gentile con la popolazione: ghiaccio, freddo rigido, pioggia, neve. A subire tutti i lati negativi della stagione,  riservata ai caminetti e alla cioccolata calda, sono proprio i pendolari, costretti, a causa delle poche corse, dirette verso i tanti piccoli paesi della regione, ad attendere ore un pullman magari non proprio nuovissimi.

Questo è quanto emerge nelle parole di Francesca, giovane universitaria. “Campobasso, per quanto riguarda il settore dei  trasporti – dice la studentessa – è del tutto sprovveduta. Non solo le strade che collegano i vari poli universitari al terminal sono poco illuminate, ma lo stessa stazione degli autobus  è priva di un bar e di bagni accoglienti. In un giorno di pioggia o di neve, inoltre, i viaggiatori devono attendere al freddo a causa di sale d’ attesa  inesistenti. Perciò – conclude – ogni tanto mi viene da pensare che non bisogna stupirsi più di tanto quando sentiamo dire che il Molise non esiste”.

Da ciò che racconta Francesca è facile immaginare cosa possa pensare un visitatore appena approdato al terminal o alla stazione del capoluogo di regione e se si cambia mezzo di locomozione la situazione non sembra affatto migliore. Non esita a raccontare i disagi subiti un’altra studentessa universitaria residente nella vicina Campania. In quattro anni che studio qui – dice infatti – sono stati decisamente troppi i treni cancellati, i ritardi, i viaggi in vagoni vecchi e rumorosi, i percorsi interrotti da improvvisi guasti al motore dei convogli. Raggiungere da Campobasso la Campania è sempre un’avventura ricca di sorprese spesso spiacevoli”.

Problemi quotidiani con i quali studenti e pendolari molisani fanno i conti tutti giorni a differenza di altre regioni e paesi in cui il sistema dei trasporti funziona decisamente meglio.

In Molise, al momento, resta la speranza che prima o poi le esigenze della popolazione vengano prese in considerazione e la qualità della vita dei cittadini possa andare verso un miglioramento.

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