“Non ho fatto nulla, non volevo scappare in Siria e non stavo progettando un attentato a Roma”. Sono più o meno queste le parole pronunciate dal somalo in lingua araba davanti al Giudice per l’udienza preliminare, Daniele Colucci, nel carcere di Larino, dove il giovane è rinchiuso a seguito dell’arresto nel centro d’accoglienza di Campomarino effettuato dalla Polizia di Campobasso con la grave accusa per istigazione al terrorismo.
Qualche ora dopo l’interrogatorio avvenuto alla presenza del legale del ragazzo, l’avvocato Antonio Di Renzo, il gip Colucci ha convalidato il fermo, disponendo la custodia cautelare in carcere che era stata chiesta dal pm.
Nell’udienza di convalida il giovane ha ribadito di non essere un imam, ma “uno di quelli che leggeva il Corano di fronte agli altri musulmani”. Per il legale del somalo non si può parlare di una guida spirituale carismatica, così come lo stesso era stato definito dagli inquirenti a seguito delle indagini. Intanto, al momento il giovane resta in carcere.