Distrutti dal dolore per l’improvvisa e prematura perdita di Maria Incoronata Melfi, a soli 51 anni, e in costante angoscia per le condizioni critiche del marito cinquantasettenne, Lino Carmine La Selva, i familiari della coppia, in primis i due figli, chiedono con forza di sapere cosa sia successo quel maledetto pomeriggio di sabato 11 luglio 2020 lungo la Strada Statale 647, all’altezza del bivio per Colle d’Anchise, teatro del terribile incidente.
E per questo, attraverso il responsabile della sede di Bari, Sabino De Benedictis, si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini.
I due coniugi di Morrone del Sannio, conosciutissimi e ben voluti da tutti in paese, alle 16,45 procedevano sulla fondovalle su una Yamaha FZ8 condotta da La Selva, quando improvvisamente la moto si è scontrata con una Fiat Tipo il cui conducente, un 71enne di Isernia residente a Roma, si sarebbe immesso sulla Statale da una strada laterale, tagliandola strada ai due motociclisti.
Sul posto per i rilievi sono intervenuti i Carabinieri della stazione di Bojano.
L’epilogo del tremendo schianto e del rovinoso volo sull’asfalto è tristemente noto: marito e moglie sono stati trasportati in condizioni gravissime all’ospedale Cardarelli di Campobasso.
Maria, purtroppo, non ce l’ha fatta, è spirata poche ore dopo per le gravissime lesioni riportate; Lino Carmine La Selva sta lottando da giorni tra la vita e la morte, ha già subito diversi, delicati interventi chirurgici e i medici stanno cercando disperatamente di salvarlo. La prognosi resta riservatissima.
Chiaramente non sa che la consorte, a cui è stato già dato l’estremo saluto martedì, non c’è più.
La Procura di Campobasso, per il tramite del pm, la dottoressa Elisa Sabusco, ha subito aperto un procedimento penale indagando il conducente della vettura per omicidio stradale e lesioni personali stradali gravissime.
Ed è appunto al sostituto procuratore che gli avvocati Fabio Ferrara, del Foro di Bari, e Marco Bevilacqua, del Foro di Chieti, che assistono i familiari dei due coniugi in collaborazione con Studio3A, presenteranno formale istanza per disporre una perizia cinematica per ricostruire la dinamica e le responsabilità del sinistro, unitamente a un accertamento informatico sul traffico telefonico del cellulare in uso all’indagato per verificare se la fatale distrazione possa essere stata determinata dal fatto che in quel momento stesse parlando o utilizzando lo smartphone, il che ovviamente aggraverebbe la sua posizione.
Nel caso in cui la richiesta fosse accolta, sono stati già individuati i consulenti tecnici di parte per affiancare il Ctu incaricato nelle operazioni peritali.