“Si tratta – fanno sapere i possessori dei terreni – di aree acquistate in passato e per lo più ereditate dagli attuali proprietari”, i quali dicono di sentirsi “lesi moralmente ed economicamente”.
Per il Comitato il Consiglio Comunale avrebbe “sopravvalutato le aree interessate, considerando esclusivamente il prezzo di una compravendita tra privati”. “Un caso sporadico, quello preso ad esempio dall’amministrazione, – dicono i firmatari della missiva – che andrebbe a violare il principio dell’ordinarietà”.
Sempre il Comune, per i proprietari non avrebbe, infatti, “intrapreso un’adeguata indagine di mercato, né considerato i criteri di valutazione stabiliti nel comma 5 dell’articolo 5 del decreto legislativo 504 del 1992, che stabilisce il valore venale sul quale viene costituita la base imponibile e che si basa su una serie di elementi come: la zona territoriale di ubicazione; l’indice di edificabilità; la destinazione d’uso consentita; gli oneri per gli eventuali lavori di adattamento del terreno necessario per la costruzione e prezzi medi rilevati sul mercato dalla vendita di aree con analoghe caratteristiche”.
Ma la base imponibile per il calcolo Imu dei terreni alla zona industriale di Campobasso non avrebbe nemmeno tenuto in considerazione la crisi del mercato immobiliare che ha investito il Molise e, che ha influito con un decremento percentuale più intenso sulle aree fabbricabili rispetto ai prodotti edilizi. I proprietari dei terreni si dicono, così, pronti ad andare avanti per la tutela dei propri interessi e mettere in atto tutte “le iniziative finalizzate a provare l’ingiusto ed eccessivo valore venale deliberato dal Consiglio Comunale di Ripalimosani”.