Emozione e commozione questa mattina, lunedì 1° giugno 2015, in Questura a Campobasso, dove gli agenti della Squadra Mobile, insieme con i vertici della Polizia di Stato, hanno ricordato il collega, Giuseppe Manzo, scomparso il 31 gennaio 2014 e mai dimenticato da coloro che lo hanno conosciuto, lavorandoci insieme tutti i giorni.
In via Tiberio, in una toccante cerimonia, è stata scoperta la targa apposta a piè di un’opera dell’artista campobassano De Attellis.
“In ricordo della persona speciale che sei stata e del tempo passato qui… insieme”: questa è la frase scritta e che resterà indelebile nel luogo dove l’agente Giuseppe Manzo lavorava e coltivava la sua lotta in favore della legalità.
“Un uomo che faceva dell’onestà – è stato riferito durante il momento del ricordo – la sua ragione di vita. Il suo scopo era quello di contribuire ad assicurare il rispetto delle norme e della Giustizia. Una persona che si faceva ben volere da tutti: forte e determinato e, al contempo, generoso e umile”.
L’opera di De Attellis rappresenta, invece, un albero dal chiaro significato: le radici ben radicate per terra e i rami rivolti verso il cielo, dove l’agente Giuseppe Manzo sicuramente starà continuando la missione iniziata durante la vita terrena.
Insieme ai colleghi di Giuseppe Manzo, hanno presenziato il vice Questore di Campobasso e l’ex commissario Oriente, tra i più vivaci promotori dell’iniziativa grazie alla quale l’esempio di onestà e rettitudine di Giuseppe Manzo, strappato troppo presto alla vita terrena, resterà indelebile.
Particolarmente commossi, ma anche fieri del loro figlio, i genitori Claudio ed Elisa, il fratello Enzo e la sorella Margherita, i suoceri Filiberto e Annamaria.
Ci sono persone che vivono per uno scopo: lo raggiungono e, di conseguenza, il loro segno è destinato a restare indelebile per le future generazioni.
A Giuseppe Manzo è toccato questo destino: strappato troppo presto ai propri cari, ma esempio per tutti coloro che si avvicineranno al mondo della giustizia e della legalità. E grazie ai suoi colleghi la missione è stata compiuta: Giuseppe vivrà per sempre nel luogo dove era stato chiamato ad assicurare la sua opera terrena.