È stata una giornata importante per il mondo della scuola. Studenti e docenti, infatti, oggi, martedì 5 maggio 2015, sono i protagonisti della grande manifestazione tenuta a Roma e indetta da Cgil, Cisl e Uil contro il Governo e il disegno di legge conosciuto come ‘La buona scuola’.
Partiti alle prime luci dell’alba sono molti i molisani che sono presenti nella Capitale per manifestare il proprio dissenso verso tale riforma. La giornata di sciopero si percepisce anche a Campobasso, immersa dalla marea di studenti che, approfittando della calda giornata primaverile, ravvivano il centro cittadino.
In relazione a questa grande giornata nazionale di mobilitazione si è tenuto anche un piccolo presidio di testimonianza organizzato dalla Flc Cgil in Piazza Municipio, a Campobasso, che ha raccolto l’adesione di una decina di docenti che non hanno potuto seguire i colleghi nella trasferta romana.
A farsi portavoce della protesta è la rappresentante sindacale della Flc Cgil, Natascia Maselli che, in merito alle motivazioni di tale protesta, ha affermato: “I motivi di questa manifestazione sono legati alla deriva autoritaria che questo disegno di legge propone in quanto si delegherà tutto in mano ad un dirigente mortificando il pensiero di tanti docenti. Oltre a ciò – ha proseguito la Maselli – c’è anche il problema delle deleghe in bianco e questo è un ulteriore attacco alla democrazia e alla collegialità che cede il passo al pensiero di uno su molti”.
Il Molise ha, dunque, risposto compatto allo sciopero e, in effetti, sonomesi che si percepisce il malcontento nei confronti delle proposte di questo Governo sulla scuola. Mesi di critiche inascoltate legate anche ai tentativi di delegittimazione delle parti sociali. Evidentemente, però, qualcosa questo disegno di legge riesce ad unire: ovvero i comparti scuola, i più rappresentativi, delle 5 sigle sindacali, Flc Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda.
Unisce, inoltre, anche le associazioni studentesche e sindacati giovanili di diversa estrazione politica, tutti apparentemente contrari a una riforma che sembra trovare interpretazioni positive solo tra i componenti del Governo nazionale.