Il territorio molisano è stato scelto, insieme ad alcune altre regioni italiane, quale luogo di destinazione per gli abitanti della zona dei Campi Flegrei, nel napoletano, in caso di eruzione del Vesuvio.
A proporre lo schema, che deve essere approvato dal Consiglio dei Ministri, è stata la Commissione speciale di Protezione civile della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, chiamata a elaborare una nuova “Pianificazione di emergenza per i Campi Flegrei”.
Il Molise, qualora il Vesuvio dovesse tornare in attività, accoglierebbe gli sfollati residenti a Massa di Somma e a Monte di Procida.
Massa di Somma è un comune della provincia di Napoli, che conta cinquemilacinquecento abitanti e distante una quindicina di chilometri dal capoluogo campano, già distrutto nel 1944 dall’eruzione del Vesuvio.
Monte di Procida, comune costiero (la parte più estrema della penisola flegrea) in provincia di Napoli e distante dal capoluogo una trentina di chilometri, conta poco più di tredicimila abitanti, i cui abitanti saranno dislocati tra la ventesima regione d’Italia e l’Abruzzo.
Oltre al Molise, anche le altre regioni ospiteranno, qualora si rendesse necessario, gli sfollati: Piemonte (gli abitanti di Portici e Arenella), Valle d’Aosta (Nola), Liguria (Cercola), Lombardia (Torre del Greco, Somma Vesuviana e, molto probabilmente, Pozzuoli), Trentino Alto Adige (Pollena Trocchia e Giugliano in Campania), Veneto (San Giuseppe Vesuviano, Sant’Anastasia, Pomigliano D’Arco e Posillipo), Friuli Venezia Giulia (Palma Campania e Chiaiano), Emilia Romagna (Ercolano e Soccavo), Toscana (San Giorgio a Cremano e Quarto), Umbria (San Gennaro Vesuviano e Bacoli), Marche (Poggiomarino e Bacoli), Lazio (Ottaviano, le circoscrizioni di Napoli e Fuorigrotta), Abruzzo (Terzigno e Monte di Procida), Puglia (Torre Annunziata, San Sebastiano al Vesuvio e Pianura), Basilicata (Boscotrecase e Bagnoli), Calabria (Boscoreale e Bagnoli), Sicilia (Scafati, Trecase e Chiaia), Sardegna (Pompei e Posillipo).
L’iter per l’approvazione dello schema è ancora lungo, anche se, a differenza del passato, oggi c’è l’adesione al piano di evacuazione dei rappresentanti delle Regioni coinvolte.
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